Caldo e ansia: allerta temperature estreme. Niente panico ragazzi!

Caldo eccessivo, ecco come gestire l’attacco di panico con i consigli della psicologa e psicoterapeuta dr.ssa Maria Bruno  

Una giovane donna, mi descriveva durante una seduta di psicoterapia, il terrore vissuto durante lo jogging mattutino. Ricorda che faceva molto caldo ed improvvisamente avverte capogiri, il cuore le batte forte, più forte del solito, avverte sensazioni di sbandamento, le mani le iniziano a sudare notevolmente e inizia ad avere difficoltà a respirare, non riuscendo a prendere pienamente il respiro, sente che la gola si stringe e non può più respirare… “Sto per morire!” , la giovane donna ha pensato che le stesse per venire un infarto!

La corsa al Pronto Soccorso e… la diagnosi di “Disturbo di Panico”.

Per non rivivere più queste terrificanti sensazioni di morte imminente, la mia giovane paziente ha messo in atto varie strategie di evitamento e alcuni comportamenti protettivi scegliendo così di non farsi la sua corsetta mattutina abituale, di non uscire più quando fa caldo, di non prendere autobus o frequentare luoghi affollati o non godersi una giornata al mare per paura di potersi sentire male a causa del troppo caldo.

Inizia a prestare molta attenzione alle previsioni metereologiche in caso di spostamenti necessari e focalizza la sua attenzione su ogni minima sensazione corporea che avverte. Una sensazione di giramento di testa o di affanno sono interpretate come prove concrete del suo malessere.

“Mi sto sentendo male! Mi sta succedendo qualcosa di brutto! Sto per morire!” Queste sensazioni sono percepite come precursori di uno svenimento o di un attacco di panico o di un infarto, generando così una reazione d’allarme che va a contribuire all’aumento degli stessi sintomi fisici e mentali, confermando e rafforzando il circolo vizioso dell’ansia acuta che può così sfociare nei veri e propri attacchi di panico.

Quale relazione tra il caldo e il panico?

Nella storia della medicina, da Ippocrate in poi, è sempre stata data una grande importanza all’influenza che i ritmi biologici possono avere sia in una varietà di condizioni mediche generali che nella psicopatologia. Già nel IV secolo a.C., Posidonio scriveva, riguardo ai disturbi affettivi, che «la melanconia insorge in autunno, la mania in estate» .

Oggi esiste un particolare disturbo affettivo, il Seasonal Affective Disorder (SAD), conosciuto come “Depressione Invernale”, la cui sintomatologia presenta una stretta relazione con le stagioni. Nella persona che soffre di SAD sembrano variare i livelli di produzione di serotonina, che cambierebbero in base alle stagioni e alla quantità di luce presente.

Le persone che sviluppano il SAD sembrano quindi avere un problema con la serotonina e i livelli di SERT, il trasportatore di questo neurotrasmettitore, denominato appunto anche “ormone del buonumore. Oggi numerosi sono gli studi per verificare come gli aspetti cronobiologici non influiscono solo nei disturbi affettivi, ma anche nei disturbi d’ansia.

In particolare, l’ influenza della stagionalità sull’esordio e sul decorso del Disturbo da Attacchi di Panico.

Secondo alcuni studi, il Disturbo da Attacchi di Panico sembrerebbe esordire più frequentemente in primavera e in estate (da Marzo ad Agosto) piuttosto che negli altri periodi dell’anno.

Gli studi sulla correlazione tra stagionalità e Disturbo da Attacchi di Panico indicano la presenza di un andamento stagionale in questo disturbo, lasciando intravedere l’esistenza di due forme di Disturbo da Attacchi di Panico, una “estiva” ed una “invernale” (Giornale Italiano Psicopatologia 2005; 11: 225-236).

L’alternarsi delle stagioni può quindi influenzare l’umore e l’energia della persona, in particolare di chi è più vulnerabile a disturbi psico-emotivi.

Ma, mentre chi soffre di depressione invernale riscopre benessere psico-fisico in estate, grazie alla presenza di maggiore luce ed alla conseguente stimolazione di serotonina, per chi soffre invece di stati ansiosi, l’estate è una stagione particolarmente difficile da fronteggiare!

Spesso i Pronto Soccorso nazionali registrano un incremento di incidenza di disturbi psichici nel periodo estivo.
Gli ultimi dati secondo l’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanitá, mostrano un aumento del 18% dei disturbi di ansia rispetto al 2005; è un disturbo che condiziona la vita personale, lavorativa e relazionale di chi ne soffre.

Sento importare sottolineare che l’ansia è un meccanismo utile e per questo è presente in tutti noi, ma in questo contesto parliamo di Disturbi di Ansia, quindi quei sintomi dell’ansia generalmente che per una persona diventano poco funzionali e fonte di malessere.

Con l’arrivo del primo caldo, potrebbero intensificarsi i disturbi legati all’ansia ed in particolare agli attacchi di panico.

Se le temperature, i tassi di umidità, afa o inquinamento sono elevati (come nelle grandi città dove vi può essere anche eccessiva concentrazione di CO2 nell’aria) si registra un significativo aumento dei sintomi collegati agli attacchi di panico ed in generale all’ansia quali sudorazione, tachicardia, debolezza, sensazione di svenimento, affanno, difficoltà a respirare, capogiri, sensazione di testa vuota, sensazione di soffocamento.

Cosa accade in estate a chi soffre di disturbi di ansia e panico?

Gli effetti fisici del caldo (sudorazione eccessiva, abbassamento della pressione sanguigna, tachicardia, capogiri, sensazione di svenimento, asfissia, difficoltà di respirazione ecc.) sono percepiti, e confusi, come sintomi d’ansia (dalle persone che soffrono di disturbi legati alla sfera dell’ansia) innescando così la vera sintomatologia ansiosa che può addirittura sfociare, a volte, nei veri e propri attacchi di panico. L’aumento di queste sensazioni fisiche minacciose, interpretate come precursori ad esempio degli attacchi di panico, innescano nelle persone già predisposte ai disturbi d’ansia, la paura di poter aver un attacco di panico e quindi vivono nel terrore e nell’angoscia di dover fronteggiare un esperienza che, potrebbe condurre, in base alla percezione della persona, a svenire, a poter perdere il controllo, ad avere un infarto o a poter morire.

Cosa fare?

Evitare di parlarne non risolve, anzi cronicizza gli Attacchi di Panico!

Dal punto di vista psicologico, in particolare umanistico e bioenergetico, è possibile intervenire comprendendo le cause, le emozioni, i pensieri e il vissuto della persona accompagnandola in un trattamento psicoterapico personalizzato, attraverso anche l’ausilio di tecniche corporee di rilassamento (esercizi di Bioenergetica, Training Autogeno e l’innovativo Yoga della Risata, di cui sono Leader Trainer).

L’approccio psicoterapico umanistico e bioenergetico integra le tre dimensioni fondamentali dell’essere umano, inteso in senso olistico, come unità di corpo, psiche e anima: psichica ed emozionale, socio-relazionale, biologica e corporea. Queste dimensioni, durante gli Attacchi di Panico vengono temporaneamente compromesse poichè il Disturbo di Panico è, tra i disturbi di Ansia, quello più trasversale poichè coinvolge la persona nella sua interezza, nelle sue relazioni, nella sua sfera lavorativa e personale.

Pur nascendo come psicoterapeuta umanista, ad orientamento bioenergetico, nel corso della mia attività, ho dedicato (e dedico tutt’oggi) attenzione ad approcci diversi e innovativi che possono arricchire le mie conoscenze al fine di migliorare gli interventi e i trattamenti psicoterapici con persone che soffrono di disturbi di ansia e panico.

Mi piace integrare diverse tecniche psicoterapiche, essendo la persona unità di corpo e mente non si può parcellizzare gli interventi, per questo sento che il mio approccio psicoterapico è “integrato”, poichè unisce tecniche umanistiche, tecniche bioenergetiche, tecniche ed esercizi di yoga della risata e, recentemente il mio bagaglio formativo si è arricchito anche di tecniche cognitivo-comportamentali per la gestione dell’Ansia e del Disturbo da Attacchi di Panico.

Prima che il disturbo diventi insopportabile e cronico, ritengo sia importante affidarsi ad uno specialista, che possa, insieme alla persona che soffre di Disturbo di Ansia e Panico, trovare la soluzione al disagio vissuto, il quale, soprattutto mesi estivi e periodi di relax e vacanza, non permette di godere delle nostre belle giornate di mare e sole.

Affrontare questo periodo è possibile con l’intervento di uno specialista psicoterapeuta che può prendersi cura, insieme alla persona che soffre di disturbi di ansia e panico, del disagio che vive, aiutandola a recuperare la calma e il benessere, applicando anche specifiche tecniche di rilassamento utili a gestire l’ansia e lo stress, senza aspettare che la situazione diventi insofferente e si cronicizzi.

Scegli di essere felice!
Si può!

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* L’articolo ha scopo informativo e orientativo, per cui non sostituisce diagnosi e trattamenti medici. Non deve essere pertanto utilizzato per prendere decisioni in merito a terapie psicoterapiche o farmacologiche poichè non può sostituire il parere del professionista, di disciplina medico scientifica autorizzata, a cui ci si è rivolti. Per ulteriori informazioni, approfondimenti o consulenze contattare la dott.ssa Maria Bruno (www.tracorpoepsiche.it).

Se invece vuoi più informazioni o chiarimenti, puoi contattare direttamente la dr.ssa Maria Bruno sul suo sito oppure puoi saperne di più cliccando sul seguente link https://www.madeintaranto.org/forniture-servizi-agevolati/consulenza-psicologica-agevolata-migliorare-qualita-vita/

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