L’anfiteatro romano di Taranto giace sotto l’area dell’ex mercato coperto di via Anfiteatro, oggi trasformata in parcheggio a pagamento
Taranto, una città dall’illustre passato, ha custodito per secoli il segreto del suo anfiteatro, un tempo fulcro di vita sociale e culturale. Nonostante oggi rimangano poche tracce visibili di questa magnifica struttura, la ricerca storica e archeologica ha lentamente svelato la sua esistenza.
Già dal XIX secolo, il toponimo “via Anfiteatro” a Taranto suggeriva l’ubicazione di questo importante edificio. Fu Luigi Viola, pioniere dell’archeologia tarantina, a scoprire nel 1881 i primi resti: diciassette mura in opera reticolata, disposte in una forma ellittica. Questi ritrovamenti indicavano le dimensioni impressionanti dell’anfiteatro, con un’arena dal raggio minore di 49,35 metri e un’estensione complessiva di quasi 100 metri.
Negli anni ’60 del XX secolo, ulteriori scavi hanno portato alla luce frammenti murari che confermavano la grandiosità dell’anfiteatro. Ma è nel 2005 che si è fatta una scoperta eccezionale: parti della ‘ima cavea’, la sezione più bassa dell’anfiteatro, preservate fino a un’altezza di circa 7 metri. Questo ritrovamento ha rafforzato l’idea di un edificio imponente, un centro di aggregazione vitale per la città antica.
La tecnica costruttiva dell’anfiteatro lo colloca tra l’età augustea e i primi decenni del I secolo d.C., mostrando affinità con gli anfiteatri di Lucera e Lecce. Questi indizi storici sono un invito a riscoprire Taranto, una città che un tempo era senza i fumi inquinanti delle industrie e orgogliosa delle sue ricchezze archeologiche.
Immaginare Taranto con un anfiteatro simile al Colosseo, ora ridotto a pochi resti nel parcheggio di Piazza Anfiteatro, è un pensiero che suscita emozioni contrastanti. Sotto un manto di cemento armato giace l’anfiteatro, un testimone silenzioso di un’epoca gloriosa.
Le fonti storiche hanno sempre fatto riferimento a questo imponente edificio. Già nel 1574, nella “Relazione sulle fortificazioni del castello di Taranto”, si menzionava un “Coliseo”. Ambrogio Merodi, nella sua “Historia tarantina” del 1681, descriveva l’Anfiteatro come il luogo del “colosso di Giove”, una statua di bronzo di eccezionale grandezza.
L’anfiteatro di Taranto è una presenza che, sebbene sommersa e quasi dimenticata, continua a testimoniare la grandezza storica della città. È un patrimonio che merita di essere conosciuto e valorizzato, un simbolo dell’importanza di Taranto nel panorama dell’architettura civile romana.
Ecco intanto, le foto dei rinvenimenti, pubblicate dall’archeologo Gianluca Guastella: