La Perdita di un Simbolo, quello della Birra Raffo e l’Impatto Economico su Taranto. Ripercorriamone la storia
Taranto, una città con un ricco patrimonio culturale e industriale, ha vissuto nel corso degli anni molti cambiamenti, tra cui il trasferimento della produzione della Birra Raffo. La storia di questa birra è strettamente intrecciata con quella della città, rappresentando non solo una bevanda locale, ma un simbolo di identità e tradizione.
Fondata nel 1919, la Birra Raffo ha attraversato un secolo di storia tarantina. Durante la seconda guerra mondiale, la produzione subì un arresto temporaneo, riprendendo poi nel 1946 sotto la guida dei fratelli Raffo. Nel 1961, tuttavia, il destino del marchio subì una svolta quando fu acquistato dal gruppo Peroni.
Il trasferimento della produzione da Taranto a Bari nel 1987 segnò un momento significativo. Questa decisione, sebbene parte di una strategia aziendale più ampia, ha avuto ripercussioni non solo sulla produzione birraria, ma anche sull’economia e sull’identità di Taranto.
La chiusura dello stabilimento di Taranto ha rappresentato una perdita economica per la città. Oltre alla diretta perdita di posti di lavoro, vi è stato un effetto a catena su fornitori e servizi locali. Questo trasferimento ha contribuito a un quadro più ampio di sfide economiche per Taranto, una città già alle prese con la transizione industriale e le questioni ambientali legate alla presenza dello stabilimento siderurgico ILVA.
La Birra Raffo era più di una semplice birra per i tarantini; era un simbolo di orgoglio locale. La sua etichetta con l’immagine di Taras, un richiamo diretto all’identità storica della città, sottolinea questo legame. La perdita della sua produzione locale ha segnato un distacco emotivo e culturale.
Nonostante la produzione sia stata trasferita, il marchio Raffo continua a essere associato a Taranto. Questo legame persistente potrebbe aprire nuove opportunità. Investimenti nel settore turistico e culturale, magari con percorsi tematici legati alla birra e alla storia industriale della città, potrebbero rinvigorire il legame tra il marchio e Taranto, generando nuove opportunità economiche e turistiche.
La storia in dettaglio
Birra Raffo nasce a Taranto nel 1919 nello stabilimento di produzione “Fabbrica di Birra e Ghiaccio” di Vitantonio Raffo in Via D’Aquino 68. La produzione della Raffo nello stabilimento inizia nel 1921 dove veniva cotta e poi conservata in barili di rovere da 20 litri. Le prime bottiglie, da 900 e 350 cl, riportavano in commercio la dicitura “Birra Raffo-Taranto”.
Durante la guerra, nel 1943 a seguito dell’armistizio viene fermata la produzione e la fabbrica verrà utilizzata dalle truppe inglesi come deposito di automezzi. Quando nel 1946 la produzione riprende, la fabbrica è in mano ai fratelli Nicola e Domenico Raffo ed inizia un periodo di crescita ed espansione che permette alla birra Raffo di uscire dai confini regionali ed essere distribuita in altre regioni italiane come Basilicata e Calabria.
Nel 1961, si conclude la gestione familiare ed il marchio viene ceduto al gruppo Peroni che decide di mantenere la produzione presso lo stabilimento di Taranto insieme alla ricetta della famiglia Raffo. Negli anni 70, la produzione si espande anche nel Lazio.
Ma è nel 1987 che definitivamente la produzione della Raffo lascia la sua città con la chiusura dello stabilimento a Taranto ed il trasferimento della produzione a Bari. Certamente la fine di un’epoca per la storia industriale della città. Oggi la Raffo è ancora prodotta negli stabilimenti Peroni a Bari ed a Roma.
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