Bosco degli Orimini, l’oasi di bellezza, mistero e fenomeni paranormali

Il Bosco degli Orimini è la suggestiva distesa di alberi di leccio d’alto fusto lungo l’antica strada che, un tempo, congiungeva a Martina Franca e Taranto

La leggenda del Bosco degli Orimini si perde nella notte dei tempi: risale agli antichi possedimenti della Famiglia Orimini che si distinse nelle armi, nelle scienze, nelle dignità della Chiesa, nelle illustri parentele contratte con le più nobili Famiglie del Regno di Napoli.

La denominazione del Bosco degli Orimini trae origini dalla omonima Masseria nei pressi di Crispiano. Questa era una costruzione fortificata con lunghe garitte di forma circolare e comprendente molti trulli.

Tutt’intorno vi era una suggestiva distesa boschiva di leccio d’alto fusto facente parte del patrimonio naturalistico della Valle d’Itria e costituente l’antica strada che congiungeva Martina Franca a Taranto.

Oggi questa è un’area protetta che nasconde numerosi misteri, tra cui spicca quello dei fenomeni paranormali intorno ai quali si è più volte soffermato l’immaginario collettivo.

Si tratta della famosa Salita degli Orimini, un tratto di strada lungo la quale è collocata una lapide in memoria di un uomo che, nel 1949, perse la vita a seguito di un incidente stradale.

Qualcuno addirittura osa raccontare che, sotto il manto stradale, siano sepolte le ossa di un bambino e di una donna travolti da una carrozza in corsa. Nessuno si accorse mai di nulla e le successive carrozze continuarono a passare di lì senza prestare soccorso, ma anzi schiacciandone ulteriormente i corpi.

Fatto sta che qui si verifica uno strano fenomeno paranormale per cui le auto, a motore spento e marcia in folle, risalgano la strada in salita, attratte da una forza misteriosa.

Tra un racconto, una leggenda e un mistero, posso però assicurarvi che il Bosco degli Orimini è un posto davvero incantevole che merita di essere visitato, anche solo percorrendo l’antica tortuosa strada che conduce da Martina Franca a Taranto. Era quest’ultima che un tempo veniva utilizzata prima che fosse realizzata la nuova arteria stradale.

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foto di Ugo Ferrero
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