Sveliamo finalmente il mistero della Casa della fata turchina, custode delle acque del Mar Piccolo. Sarebbe un’ottima idea valorizzarla e rilanciarla
No, non è la famosa Casa della fata turchina a Taranto, nella famosa produzione televisiva “Pinocchio” di Comencini.
Ma ha un quid di magico e suggestivo, come se davvero vi abitasse un personaggio di qualche fiaba.
Si tratta struttura su palafitta risalente ai tempi della II guerra mondiale, utilizzata per il collaudo dei siluri dalla Regia Marina.
Nell’immagine si può notare un pontile rotondo: lì trovava posto il tubo lanciasiluri. Gli ordigni scagliati non avevano testata esplosiva e l’impatto contro il bersaglio non ne comportava la distruzione. Superato il test, il siluro poteva essere armato e caricato a bordo di sommergibili e navi.
Edificata con lo stile dell’epoca (primi del ‘900) e avvolta nel silenzio, è spesso meta di visite in barca per via del suo fascino e del suo carico di mistero. Fu ribattezzata “Casa della fata turchina” nel corso di una puntata di “Lineablu” del 24 luglio 2004.
Oggi quella casetta potrebbe essere recuperata e valorizzata per essere trasformata in un punto di ristoro o meglio ancora un museo.
Il particolare stile architettonico, la peculiare collocazione nello specchio d’acqua del Mar Piccolo e la vista straordinaria permette facilmente di far volare la fantasia in linea con il desiderio diffuso di esperienze diverse ed originali in luoghi suggestivi e unici.
Non sappiamo se la struttura faccia parte dell’immenso patrimonio della Marina Militare, ma sarebbe auspicabile riconsiderarne le sorti alla luce del futuro turistico della città che si va sempre più delineando negli ultimi tempi.
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