Il negozio di quartiere riveste un enorme valore sociale per la città: qui la gente può sentirsi meno sola e contare sul senso della comunità
Farsi un giro al supermercato è certamente stimolante dal punto di vista visivo, soprattutto per quel senso di abbondanza e di sogno realizzabile a basso costo che i bravi strateghi del marketing hanno in imparato a trasmetterci. E allora succede che si entra con l’idea di comperare una matita e si esce con il portafoglio vuoto e con il carrello pieno di cose di cui non immaginavamo aver bisogno.Nei supermercati, siamo spesso travolti dal senso dell’affare ingenuamente colpiti da offerte strepitose e fidelity card che di fedeltà hanno solo il nostro portafogli..
Provatevelo a fare un giro in città nel primo pomeriggio, invece…
Che sia via Liguria o via D’Aquino, si percepisce quel senso morbido dello scorrere del tempo tra un caffè e una panna montata, tra un’auto che parcheggia e una serranda che pigramente si rialza. In queste strade troverete facce amiche. Alcune un po’ corrucciate dalla crisi, altre sorridenti e sorrette dall’ottimismo. Ma pur sempre facce. Cosa che difficilmente vedrete nei supermercati.
Il negozio di quartiere è la risposta al senso di solitudine che regna sovrano specie nelle grandi città, in cui tutti si conoscono ma nessuno si saluta, se non per un frugale e superficiale ciao come stai?
Nel negozi di quartiere ci si incontra, ci si ferma un po’ in attesa del proprio turno, si rallenta il ritmo, presi come siamo dalle mille faccende quotidiane. E così le attese diventano stimoli per scambiare due chiacchiere, per ritrovarsi, per sorridere o per condividere un dolore. Insomma nei negozi di quartiere ci si sente meno soli.
I negozi di quartiere rivestono un enorme valore sociale perché mettono in relazione le persone e non le cose, perché si occupano dei problemi della gente e non del suo portafogli, perché animano i borghi e allontanano la spettro della routine quotidiana.
Mentre state leggendo queste poche righe, forse state annuendo in segno di condivisione del pensiero. Di certo, spesso la politica nostrana non si occupa troppo di tutelare il decoro nelle pubbliche vie, di assicurare la protezione dai delinquenti, di favorire lo scambio di idee e il nascere di nuove iniziative. Certo. Più che dirlo, ripeterlo e rompere le scatole, noi possiamo fare poco. Ma .. forse se tornassimo in città, magari in bicicletta anziché in auto, forse qualcuno si accorgerebbe della voglia di cambiamento. Ma chissà.. Il negozio di quartiere forse avrà una seconda vita.
Di certo, anziché perderci tra gli scaffali pieni di prodotti ma vuoti di senso umano (tipico delle grandi catene distributive), potremmo concentrarci sul bisogno dei tanti commercianti che si danno da fare per combattere il lento declino sociale, cui forse ci stiamo abituando. Non vogliamo generalizzare e neanche assolvere quei commercianti che sono aperti solo agli affari, ma vogliamo riportare la vostra attenzione su queste piccole formiche che, con il proprio negozio, ogni giorno si sforzano di rendere un po’ migliore la città.
Il motto potrebbe essere meno prodotti e più umanità. Ma questo non fa business. Ed è un peccato perché in realtà sarebbe l’unico modo per fidelizzare davvero un cliente, al di là dei sconti e delle promozioni su articoli obsoleti o prossimi alla scadenza.
Il marketing del futuro è questo. Le offerte speciali con ribassi al 70% tutto l’anno lasciamole a chi non ha altro da dire. Evviva il negozio di quartiere!
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