Non possiamo attendere che la politica si interessi a noi. Dobbiamo reagire. Contro il dissesto idrogeologico ci vogliono progetti di Bio ingegneria urgenti ed azioni concrete.
Ogni anno che passa ci rendiamo conto di quanto il problema ambientale sia diventato una questione impellente da affrontare con serietà e concretezza. Dobbiamo metter via le parole e il disinteresse della politica per dar seguito ai fatti. I fatti sono quelli che ricostruiscono l’ambiente e procurano opportunità di lavoro per privati e imprese.
La politica è da tanto tempo che rinvia la questione e che decide di destinare i fondi ad opere meno urgenti come la Tav.
Contro il dissesto idrogeologico i progetti e le idee in termini di Bio Ingegneria non mancano. Quel che manca è il
concetto di rete tra le aziende in grado di minimizzare costi e tempi di produzione e massimizzare le opportunità per tutti.
E a proposito di progetti, non basta procedere con piantumazione come suggerito dal protocollo d’intesa tra Coldiretti, Fare Ambiente e la società Futuregreen lo scorso 20 agosto 2013 e di cui comunque si attendono risposte dal Ministero dell’ambiente. Occorrono opere di ri-progettazione eco-sostenibile di strade, viadotti, ponti, argini di fiumi e torrenti, ma soprattutto una riparametrazione degli insediamenti industriali ed urbani sulla scorta delle problematiche già segnalate in passato.
Ginosa e Massafra sono certamente le aree più colpite ma non dimentichiamo che tutta la provincia di Taranto è investita spesso da semi-inondazioni in prossimità di importanti arterie urbane.
Il dissesto idrogeologico è l’insieme di quei processi (dall’erosione alle frane) che modificano il territorio in tempi relativamente rapidi o rapidissimi, con effetti spesso distruttivi sulle opere, le attività e la stessa vita dell’uomo. Abusivismo edilizio, estrazione illegale di inerti, disboscamento indiscriminato, cementificazione selvaggia, abbandono delle aree montane, agricoltura intensiva sono le cause principali dei disastri come il più recente proprio a Ginosa.
Contro il dissesto idrogeologico, occorre:
- avviare urgentemente indagini conoscitive particolareggiate del territorio che permetteranno lo studio delle condizioni generali di rischio;
- progettare una mappa possibilmente geo-referenziata delle aree più a rischio sulle quali intervenire in modo prioritario;
- avviare interventi programmati di sistemazione idraulico-forestale, di manutenzione delle strade, dei viadotti, dei ponti e delle recinzioni che costeggiano le strade, specie se in cemento;
- incrementare la piantumazione di alberi specie di quelli dotati di radici di profondità in grado di trattenere meglio il suolo
- attuare un piano di protezione dei boschi e delle aree verdi contro gli incendi
- incrementare la diffusione di tecniche bio-ingegneristiche come ad esempio i prati armati
- promuovere ed incrementare l’educazione ambientale, lo studio ed il controllo dell’ambiente e della sua qualità.
Non possiamo più aspettare.
L’invito è quello di fare rete riunendosi al più presto per produrre subito soluzioni concrete contro il pubblico sfascio.
L’invito è rivolto a ricercatori, imprese edili, progettisti (architetti, geometri, ingegneri), aziende ingegneristiche e produttori di tecniche bio-ingegneristiche di Taranto e provincia, ordini professionali.