Il futuro di Taranto in mano ai suoi veri protagonisti. E’ questa la proposta Made in Taranto™. Una società pubblico-privata costituita da Comune di Taranto, Provincia di Taranto, Regione Puglia, banche, società private, università, centri culturali, associazioni, musei, progettisti, designer, artigiani, makers, giornalisti, commercianti, liberi professionisti, medici.
Per riprenderci il futuro di Taranto, abbiamo bisogno di progetti ampi, responsabili, condivisi ma soprattutto sorretti da una validità tecnica, economica e culturale in grado davvero di sconvolgere in positivo le sorti di una città oggi preda dell’inquinamento e della grande industria pesante.
Per questo, abbiamo immaginato la costituzione di una società pubblico-privata per la realizzazione di azioni integrate di pianificazione, studi e promozione, mediante l’applicazione di strumenti di gestione imprenditoriale della città (pianificazione strategica, analisi di scenari di futuro, marketing di città’ e sistemi di indicatori urbani); in pratica una società pubblica frutto di una collaborazione pubblico-privato alla cui base vi sia un sistema di azionariato sociale per cui tutti i cittadini, le società, le associazioni, i progettisti interessati concorrono alla creazione di leadership intraprendenti e alla nascita di un consociativismo civile.
Una società pubblica con partecipazione privata. Questa la proposta per cambiare il futuro di Taranto. Una società pubblica costituita da Comune di Taranto, Provincia di Taranto, Regione Puglia, banche, società private, università, centri culturali, associazioni, musei, progettisti e designer, tecnici in grado di esprimere con competenza, giudizio, esperienza valutazioni e canoni estetico-funzionali veri e funzionali al futuro di una città del futuro. E infine: artigiani, makers, commercianti, giornalisti, liberi professionisti, medici.
Taranto ha bisogno urgente di riprendersi ciò che le è stato tolto. E qui non parliamo solo della sua storia. Qui parliamo del futuro a tutto tondo: ambiente, salute, lavoro, sviluppo, turismo, storia, tradizioni, modernità. Non possiamo permetterci ancora il lusso di continuare a sognare oppure a criticare. Dobbiamo passare all’azione con proposte fattive che mostrino il lato buono di una collettività che vuole davvero cambiare.
La nostra proposta trae spunto dal caso Metropoli-30 con cui è stato affrontato, vent’anni fa, il disastro Bilbao. Bilbao tanti anni fa era messa peggio di Taranto. Bilbao oggi è rinata, grazie anche ad una ferma volontà di cambiamento ampio e condiviso tra parti economiche, sociali, culturali, politiche.
La città di Bilbao si è evoluta in nome della modernità grazie a un piano strategico di City Branding che ha avuto come base la pianificazione urbana (e non solo grazie al Gugghenheim). Quindi non un semplice entusiasmo, ma un piano integrato che smosso le coscienze e le intelligenze di tutti gli operatori locali.
Il cambiamento Bilbao è stato gestito da Metropoli-30, società pubblica con partecipazioni private. I suoi partner sono
sia istituzioni pubbliche (comuni, governo provinciale, governo basco) e società (Iberdrola, Petronor), bancario (BBVA, BBK), università (UPV / EHU, Deusto), media (El Correo spagnolo, Deia) centri tecnologici, consolati, musei, ONG, ecc (fonte: Wikipedia).
L’Associazione Metropoli-30 riunisce più di 130 partner pubblici e privati in grado di fornire costantemente una visione a lungo termine del futuro di Bilbao e di coinvolgere la società civile nella costruzione degli obiettivi metropolitani. Del progetto generale si è occupata Zaha Hadid e molti altri famosi architetti sono stati attirati con bandi per stravolgere il tessuto urbano. In soli vent’anni, è stato stravolto il volto di una città abbandonata a se stessa.
Che ne pensate?