Cataldo Albano il Fotografo del Colore e del Movimento

Cataldo Albano

Chi è e cosa fa nella vita Cataldo Albano?
Sono un Tarantino delle “Cozze”, come dico a chi mi chiede dove sono nato! E me lo chiedono spesso, giacché dal 1974 sono lontano da Taranto, ma solo fisicamente! Il cuore e la passione sono legati alla mia terra. Dopo anni di lavoro in una multinazionale dell’informatica, dove ho potuto esprimere e utilizzare gli studi d’informatica svolti all’università di Bari, oggi faccio il Fotografo di “professione”. O, come dico spesso, per “passione”.

Raccontaci la tua storia
La Fotografia è stata, fino all’età di 58 anni, un hobby, una passione sopita e mai coltivata a fondo. L’arrivo della pensione mi ha reso libero di poter utilizzare tutto il mio tempo per comunicare con le immagini fotografiche e le riprese video. Il catalizzatore della trasformazione è stato mio figlio Pietro, che ho seguito nelle sue peripezie nello sport del freestyle in acqua e sulla neve. L’ambiente sportivo è stato la culla dei miei primi servizi fotografici, culminati con la Coppa del mondo di Slalom PWA (Windsurf), dove sono stato il fotografo ufficiale nella tappa di Reggio Calabria. Ancora sul Lago di Garda fotografo ufficiale del Circolo Surf Torbole, con la produzione di due DVD con video e fotografie delle attività di windsurf in quella che è definita l’Università del Windsurf. Altra catalizzatrice è stata Beatrice, mia figlia, con la sua passione per i cavalli, e arrivando a seguire per tre anni di seguito lo spettacolo chiave dell’annuale Fieracavalli di Verona, il Galà D’Oro, come fotografo di scena e autore del Making Of dello show. Il dietro le quinte mi ha avvicinato al Teatro, alla danza e agli eventi teatrali: come dimenticare le immagini de “La Cavalchina” alla Fenice di Venezia, un evento “unico” del carnevale di Venezia.

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Qual è il tuo progetto di vita?
Mi reputo fortunato di essere nelle condizioni di poter fare e decidere, senza coercizione alcuna, il soggetto o progetto fotografico e video su cui investire il mio tempo, liberando la passione e la creatività. Ne sono esempi le quattro mostre fotografiche sviluppate in questi anni a Verona e di cui le ultime due hanno avuto l’onore di essere ospitate a Taranto, Grottaglie, Lizzano e Morano Calabro.

E l’oggetto prediletto dei tuoi scatti fotografici?
I miei amici del Circolo Fotografico Veronese parlano di me come il Fotografo del Colore e del Movimento. Fate una visita al mio sito e ditemi se hanno ragione.
Fotografo per passione o per lavoro?
Sono convinto che ogni lavoro debba avere come dominante la passione. Spero che le mie immagini scattate o girate in video la esprimano!

Cosa può fare la tua fotografia per la nostra città?
Tanto. I fotografi tarantini che conosco e seguo sui social media sono in azione. Oggi i dispositivi mobile e gli strumenti fotografici permettono a tanti di cimentarsi in questo hobby, dando un’immagine alcune volte non reale perché manca di un progetto di “comunicazione”. D’altra parte è giusto che tutti possano usare un foglio di carta e scriverci su! Ma sarà difficile che tutti possano farci un sonetto.

Sul tuo sito web, leggiamo che non vivi a Taranto ma a Verona. Come mai così lontano?
Subito dopo la Laurea e il servizio militare mi sono stabilito al Nord, a Verona dall’80. Mi sono sposato con una veronese e ho due figli nati a Verona. Anche loro, come me, amano Taranto e la Puglia con le sue peculiarità, caratteristiche e tradizioni. Ogni anno trascorro, da giugno a ottobre, il mio tempo nella mia dimora estiva vicino al mare di Taranto.

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Cosa dicono di Taranto dalle tue parti?
Una città ferita a morte! Una miriade di amici veronesi passa le ferie in Puglia ma chi è passato da Taranto l’ha vista trascurata, se pur ricca di bellezze storiche e naturali poco conosciute e valorizzate.
Il ricordo più bello della tua vita.
Sono tutti i momenti che riesco a passare vicino al mio mare, magari passeggiando a piedi nudi sul bagnasciuga in qualsiasi stagione e con qualsiasi tempo.

balloLa cosa che non hai fatto ancora.
Ho raccontato di Taranto e della sua terra con gli Ulivi e gli Ipogei, delle sue tradizioni (I Misteri, Stella Maris), della sua musica (i Selva Cupina), dei vigneti (“dal primitivo al negroamaro”). Non ho parlato di Cibo!

La cosa che farai a breve e il sogno proibito. Raccontaci.
Con l’intervista colgo l’occasione di anticipare il progetto 2015. In occasione dell’EXPO 2015 esporrò a Verona con l’aiuto del Circolo Ufficiali e del Comune di Verona (Nemo profheta in patria), in un evento da me organizzato, gli scatti e i video dei tre reportage girati nel 2013 e 2014 e riguardanti la “sostenibilità” come risultato di una formula che somma la “tradizione” e il “territorio”. I reportage sono il risultato di alcuni giorni trascorsi a vendemmiare nell’agro di Lizzano, di una notte passata in compagnia di uno degli ultimi panificatori con forno a legna in provincia di Taranto, e di una notte e un giorno insieme a tre pescatori su una paranza nello Ionio tarantino. Il sogno sarebbe, nell’estate 2015, portare il format e i reportage della mostra evento a Taranto, ospite del Comune di Taranto con il suo patrocinio e, perché no, della Regione Puglia. Se qualcuno dei due Enti legge queste righe mi può contattare.

Tornerai in questa martoriata città?
Sicuramente.

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