Non era mai successo finora: 29 associazioni tarantine oggi hanno presentato la propria idea per il futuro della città. Made in Taranto presente!
Per la prima volta a Taranto, 29 associazioni del capoluogo e della provincia si presentano unite “per il nostro territorio, da troppo tempo violentato, mortalmente ferito e deriso”.
L’idea è di andare oltre l’Ilva, di ipotizzare un futuro senza acciaio e tentare di costruirlo attraverso una fitta rete di associazioni e comitati.
Da qui, l’idea delle associazioni tarantine di fare il punto della situazione ambientale, dando vita a veri e propri stati generali della battaglia nazionale contro l’inquinamento.
Presto, dunque, la Città dei Due Mari ospiterà la voce di chi ovunque, da nord a sud, lotta oggi per il recupero dei tanti, troppi, luoghi italiani contaminati dal mercato spietato della produzione a tutti i costi… e della gestione illecita dei rifiuti.
Questa la proposta delle associazioni tarantine:
Il presupposto era e è resta quello del “no” all’Autorizzazione integrata ambientale. A nessuna Aia. Perché non ce n’è una in grado di garantire “la compatibilità dello stabilimento Ilva con la salute dei cittadini e dei lavoratori”.
A cascata vengono poi una serie di richieste che afferiscono all’ambito sanitario e della ricerca scientifica:
- Istituzione di un osservatorio sulla mortalità a Taranto;
- Istituzione di un centro specializzato in endometriosi e malattie autoimmuno-tossiche, e altre patologie derivanti dalla disastrata situazione ambientale;
- Istituzione di un centro pubblico per la procreazione medicalmente assistita;
- Istituzione di una bio-banca per cittadini e lavoratori;
S’intende poi promuovere un incontro nazionale di tutte le associazioni italiane che rappresentano gli interessi dei cittadini che vivono in luoghi altamente inquinati.
Si tratta di far convergere a Taranto molteplici soggetti e di creare uno scambio di pratiche e modelli utile per le successive fasi rivendicative, ma anche per riaccendere i fari dei mass media nazionali sulla città ionica.
Infine, le richieste alla magistratura: al procuratore di Taranto le associazioni chiedono infine un incontro formale affinché si adoperi per fare ricorso contro la decisione della Corte costituzionale di concedere la facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva sequestrati nel 2012.
Ecco l’elenco delle associazioni tarantine finora coinvolte:
Genitori tarantini,
Peacelink,
Made in Taranto,
Attiva Lizzano,
LiberiAmo Taranto,
Madre Terra Massafra,
Tuttamialacittà,
Giustizia per Taranto,
Comitato Art. 32 Statte,
Hermes Academy,
Strambopoli-Arcigay Taranto,
Taranto Respira,
TarantoRicercaFuturo,
A.I.L. sez. di Taranto,
Punto di inizio Onlus,
Progentes,
Taranto Lider,
WWF Taranto,
Terre Elette,
Retegens,
Eu.Ta.Ca,
Cittadinanzattiva Tribunale per i Diritti del Malato,
Contramianto e altri rischi Onlus,
ASD Masseria del Carmine,
Neopolites,
Produrre Salute,
LOA Libere Officine Artigiane,
V.I.Ta,
ReMedia malattie e disabilità ambientali.