Il racconto di un sogno chiamato l’Isola Che Vogliamo

Intervista agli autori de l’Isola Che Vogliamo, il magnifico evento che sta cambiando il volto del cuore di Taranto, affermandone il brand Città Vecchia

Isola che vogliamo

Abbiamo intervistato gli autori de L’Isola che Vogliamo, il grande evento che, nel mese di agosto di ogni anno, riscopre Taranto nel cuore della sua Città Vecchia, lì dove antiche tradizioni, palazzi sontuosi e Chiese storiche giacevano come tanti gioielli ben nascosti  tra le mura dell’oblio e dell’ignoranza. Marco Sebastio, Fabrizio Iurlaro, Toto Santacroce e Pasquale Vadalà, eccoli i volti del cambiamento. I fautori della rinascita della città.

La parola a questi straordinari ragazzi:

Eravamo davvero quattro amici al bar. Eh no, non volevamo cambiare il mondo. Avevamo solo voglia di offrire un modesto contributo. Il bar, con uno splendido affaccio su Taranto Vecchia da via Roma, era quello di Fabrizio, che oggi è il nostro direttore artistico. L’idea, invece, era di Lucio Dione e il suo nome resterà per sempre accanto al nome della nostra iniziativa.

Organizziamo un grande evento in Città Vecchia. Con venti/venticinque postazioni. E le usiamo come pretesto per far riscoprire l’Isola“. Così spiegava Fabrizio ai pochi invitati per i quali aveva chiuso quella sera il suo locale. E così provò a ripetere per telefono uno di noi alla sua gelosissima ragazza di allora. Ma l’idea era così folle per Taranto da meritarsi accuse di tradimento e improperi irripetibili.

Chiediamo alla città di Taranto di superare il confine psicologico del ponte girevole non solo il giovedì santo“, scrivevamo nel nostro primo comunicato. Quattro anni dopo il nostro cruccio è che Taranto Vecchia non sia solo una moda. Nel mezzo abbiamo visto centinaia di migliaia di teste affollare il quartiere, cooperato con centinaia di associazioni, visto gente piangere di gioia perché “io sono nato qui, ma tutta questa bellezza non l’avevo mai vista” è dovuto difendere questa creatura da attacchi e pessimismo.

Nel mezzo il nostro auspicio per Taranto, la lezione che l’Isola ci ha insegnato.

L’auspicio di un futuro da costruire facendo aggregazione, facendo rete. Aggregare menti, persone, esperienze, capacità, spunti, proposte. Perché sarà anche banale affermare che soli non si va da nessuna parte, ma a queste latitudini siamo più abituati a coltivare un piccolo orticello, a sperare che il vicino fallisca, a criticare senza rimboccare le maniche che abbiamo dimenticato come fare sistema. Che poi oggi è anche trendy parlare di coworking e di network, ma è il buon senso a insegnarci come, chiusi nel proprio micro mondo, abbiamo lasciato la nostra terra a corto di iniziativa.

L’auspicio è che Taranto comprenda l’importanza di cambiare punto di vista, di reinterpretare gli spazi, di valorizzare le particolarità, cercando angoli nascosti, punti di vista differenti, ricordando che ogni “vuoto” è terreno da rendere pieno. Quest’anno lo abbiamo fatto con ipogei e terrazze. In passato con i vicoli. Per il futuro abbiamo già qualche idea, ma non è questo il punto. Il punto è che bisogna cambiare punto di vista sul futuro economico della città, sulle sue opportunità. Vedendo merci e turisti in un porto oggi quasi esclusivamente industriale, ad esempio. E smettendola di parlare per soli slogan. Come nel caso della stessa Taranto turistica che deve smettere di essere bandiera vuota sostenuta dalla sola considerazione “abbiamo il sole e il mare”. Turismo è strutture, infrastrutture, offerta, accessibilità, enogastronomia, tradizioni. È un lavoro duro, che bisogna cominciare a fare, anziché parlare per per frasi fatte.

L’auspicio è che Taranto comprenda l’importanza del confronto e dello stare insieme nelle diversità. Toto, Fabrizio, Marco e Pasquale: siamo quattro persone diversissime tra loro. La pensiamo in modo diverso l ‘uno dall’altro praticamente su tutto. E spesso quattro diversi punti di vista configgono tra loro. Eppure da quattro anni riusciamo a far fruttare queste divergenze che danno completezza alla nostra squadra. Nessuno ha dalla sua la verità assoluta: speriamo che nella città dalle mille fazioni sia possibile mettere davanti le divergenze e costruire sui punti comuni.

Taranto è ricca di intelligenze, iniziative, capacità: smettiamola una buona volta di piangerci addosso, di essere i peggiori nemici di noi stessi e costruiamo come città la Taranto che vogliamo.

CONDIVIDI SUI TUOI SOCIAL
Back To Top

My Agile Privacy
Utilizziamo i cookie, inclusi quelli di terze parti, per raccogliere informazioni sull’utilizzo del nostro sito web da parte dei visitatori. I dati personali raccolti sono utilizzati per la personalizzazione degli annunci pubblicitari. I cookie sono utili per garantire agli utenti un'esperienza di navigazione ottimale, per migliorare costantemente il nostro sito e, previo consenso, possono essere utilizzati dai nostri partner per mostrare pubblicità personalizzata mostrando agli utenti offerte adatte ai loro interessi.

Facendo clic sul pulsante "Accetta", acconsenti l’utilizzo di tutti i cookie, compresi quelli utilizzati per la personalizzazione degli annunci pubblicitari in base ai tuoi interessi. Chiudendo questo banner o continuando con i cookie essenziali verranno utilizzati esclusivamente i cookie tecnici e analitici per i quali non è necessario il tuo consenso. In qualsiasi momento puoi revocare il consenso a tutti o alcuni cookie cliccando sul pulsante "Preferenze Cookie", sempre raggiungibile dal footer del sito.

Informazioni più dettagliate sull’utilizzo dei cookie sono disponibili nella nostra privacy & cookie policy