L’Isola di San Pietro si raggiunge in pochi minuti grazie alle idrovie istituite a Taranto per consentire a tutti della loro straordinaria bellezza
(foto di Stefano Mineo)
L’Isola di San Pietro è parte del piccolo arcipelago delle Cheradi, ricco di storia e biodiversità.
E’ un posto magnifico sia sopra che sotto il livello del mare. Ed è un luogo anticamente posto a difesa della Città durante le guerre.
Un tempo quest’isola era sede di fitte foreste di alberi che generavano ambra di finissima qualità; addirittura, c’era chi le soprannominava “Auree” per via dell’ingente quantità di corallo. Da qui forse il toponimo Coradi e Chèradi.
Ventimila anni fa, durante una fase glaciale, l’isola era una collina alta circa 130 metri e, con la fusione dei ghiacciai e il conseguente innalzamento delle acque, circa 6000 anni fa è divenuta prima una penisola unita a Punta Rondinella e solo successivamente 4000 anni fa, isola (fonte: www.fondazionemichelagnoli.it).
In epoca greca e romana, risulta che fosse abitata ed estesamente utilizzata.
L’Isola di San Pietro è un’oasi per molte specie di uccelli come il barbagianni, la beccaccia di mare, la quaglia, il martin pescatore, il gheppio, tortore, gabbiani e cormorani.
All’inizio del XVIII secolo qui fu edificata la masseria del Capitolo che fu affittata ad un contadino che vi piantò grano e alberi di ulivi e fichi. Poi, con l’avvento della Grande Guerra e l’occupazione da parte della Marina Militare, ogni attività agricola venne abbandonata e vi fu piantata una vasta pineta la cui vegetazione si osserva ancora oggi e a cui si sono aggiunti alberi di leccio, querce, platani.
Oggi l’isola costituisce una preziosa testimonianza dell’epoca napoleonica: è tuttora possibile ammirare i basamenti dei cannoni, vari basamenti e la grande torre corazzata. Permangono antichi infissi di legno, grate e grondaie in bronzo riccamente decorate, oltre alle lastre calcaree che rivestono le mura del forte.
I fondali del mare circostante sono ricchi di praterie di Posidonia, vari tipi di vongole, noci, tartufi di mare e cozze pelose, persino diversi esemplari di Pinna Nobilis.
Numerose anche le specie di alghe, molluschi e spugne, celenterati, vermi, tunicati, ricci, stelle marine.
A difesa di queste meraviglie, vi sono i delfini in molteplici esemplari che attraggono migliaia di turisti stranieri grazie alla meticolosa attività di ricerca scientifica di Jonian Dolphin Conservation.
L’isola di San Pietro può essere raggiunta in barca a vela grazie al servizio gestito da “Kyma Mobilità – Amat” con le motonavi “Clodia” e “Adria”.
Il biglietto costa € 11,40 a persona e comprende la permanenza presso lo stabilimento della Marina Militare: ogni quattro utenti viene assegnato un ombrellone e due sdraio.
Dal mercoledì alla domenica le motonavi effettuano giornalmente sei corse A/R, con partenza all’andata da Piazzale Democrate e partenza al ritorno dall’Isola San Pietro, ai seguenti orari A/R: 08.30/14.00, 09.00/16.00, 10.00/17.00, 10.30/17.30, 11.15/18.00 e 11.45/18.30.
Nelle giornate di lunedì e martedì, per consentire la sanificazione anti Covid-19, le corse A/R sono invece ridotte a tre: 09.00/16.00, 10.30/17.30 e 11.45/18.30.
Per la normativa anti-Covid-19 tutti i passeggeri devono indossare la mascherina e disinfettarsi le mani con il gel imbarcandosi; i biglietti sono nominativi, pertanto ogni utente deve esibire un documento di identità all’imbarco.
I biglietti delle idrovie “Kyma Mobilità – Amat” possono essere acquistati solo presso l’Ufficio Vendite Amat, in via D’Aquino n.21 e presso le rivendite autorizzate (elenco su www.amat.taranto.it).
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