3 cose che non sai delle Isole Cheradi di Taranto

isole cheradi di Taranto

Un tempo sede di fitte foreste di alberi che generavano ambra di finissima qualità, le isole Cheradi sono l’unico arcipelago di Taranto

Le Isole Cheradi costituiscono l’arcipelago antistante Taranto ed un tempo erano tre, anziché due.

Infatti, com’è possibile notare in questa foto di Supporto Aereo Taranto, oggi non è più visibile la più piccola delle tre, un tempo denominata ‘u squegghie’, cioè lo scoglio, detto anche San Nicolicchio.

Era un isolotto di circa un ettaro, dove anticamente sorgeva una badia di rito greco dedicata a San Nicola di Myra.

Era ubicata in prossimità della punta Rondinella.

Quell’isola è scomparsa nel corso dei lavori di allargamento del porto mercantile, assorbita completamente dai pontili dell’ENI.

In altri termini, siccome la nuova banchina si spingeva a ridosso di San Nicolicchio, che a questo punto diventava un pericolo per la navigazione, si decise di inglobare lo scoglio nella penisoletta artificiale.

Le Isole Cheradi oggi visibili sono San Pietro e San Paolo.

Per ragioni di sicurezza (della navigazione e militare) una lunghissima striscia di pietrisco unisce l’isola di San Pietro a quella di San Paolo e prosegue dall’una all’altra parte sino a chiudere in un abbraccio semicircolare l’accesso al porto (naturalmente questa muraglia prevede varchi di accesso).

isola di San Pietro
foto di Daniele Correnti

Ma non si parli di scempio ambientale con i militari i quali ritengono che avendo imposto sulle Cheradi il divieto di approdo e sbarco hanno creato le condizioni perché le suddette isole ritornassero i paradisi floro faunistici che erano in passato.

E’ vero, San Pietro e San Paolo sono ora il rifugio di barbagianni, quaglie, beccacce, gheppi, cormorani… Ma quanto stonano in mezzo al rigoglio di lecci, querce e platani i resti delle installazioni di artiglieria marina e contraerea risalenti all’ultima guerra.

Tucidide fu il primo a tramandare il nome delle Cheradi.

Secondo quanto tramandatoci la tradizione vuole che Dedalo, fuggendo da Creta, si sia rifugiato su queste isole lasciandovi 2 statue, una in stagno e l’altra in bronzo, rappresentanti la caduta di Icaro e Fetonte.

Spesso nelle acque che bagnano le isole è stata notata anche la presenza di mammiferi quali il delfino, tanto da far proporre l’area come oasi naturale e parco marino.

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