I sogni son desideri. Il tarantino Gianluca Lombardi li ha realizzati e ora fa l’astronomo

I sogni son desideri. E nei sogni c’è chi ci crede veramente e li realizza, come Gianluca Lombardi che, originario di Taranto, oggi è un astronomo

Gianluca Lombardi, classe 1979, originario di Taranto, con in tasca il diploma di Perito Industriale all’I.T.I.S. Pacinotti, e una laurea conseguita a Padova in Astronomia, è oggi un astronomo molto ben quotato alle Isole Canarie, dove ha la possibilità di coltivare anche il suo hobby, la fotografia, di cui vi segnaliamo quella di un bellissimo tramonto: https://500px.com/photo/162732565/the-sunset-of-my-life-by-gianluca-lombardi . La foto è scattata da una nave rompighiaccio tra i canali dell’Arcipelago di Palmer in Antartide.

Dicevamo che i sogni son desideri. E infatti, tutto è iniziato con un sogno, quand’era molto piccolo. Uno di quei sogni che poi si dimenticano nella mente ma che rimangono nel cuore, pronto a riemergere con forza con l’età della ragione. E così, grazie al supporto costante dei genitori, nel 2004 si è laureato e, l’anno successivo, ha vinto una borsa di studio presso la sede della ESO (European Southern Observatory) in Cile. La ESO è un po’ come la NASA europea, anche se con sostanziali differenze. È il principale ente di ricerca astronomica da terra in Europa (da terra significa che le osservazioni si fanno dal nostro pianeta, al contrario di come fa la NASA, che usa telescopi spaziali). Ha due sedi, il Quartier Generale a Monaco di Baviera, e gli osservatori in Cile. Andare lì per quella borsa ha segnato una svolta nella sua vita, arricchendo il curriculum con un’esperienza cui solo pochi hanno accesso.

Gianluca è approdato alla ESO grazie ad una borsa di studio che gli ha consentito, nel 2005, di iniziare il Corso di Dottorato di Ricerca in Astrofisica a Bologna. Nel giro di un paio di anni, Gianluca Lombardi è stato nominato Team Leader del gruppo di ricerca ancor prima di aver terminato la tesi per il Dottorato che, nel frattempo, stava per prendere a Bologna. Aveva scelto una tesi sullo studio della qualità del cielo nei siti astronomici, il che significa valutare se un luogo è adatto o no per costruirci un osservatorio. In quegli anni la ESO era alla ricerca di una montagna dove erigere quello che nel 2030 sarà il più grande telescopio ottico-infrarosso del mondo, l’E-ELT (European Extremely Large Telescope), con uno specchio di ben 40 metri di diametro, un mostro inimmaginabile. I siti candidati ad ospitare il telescopio erano disseminati tra Cile, Argentina, Isole Canarie, Marocco e Messico. Gianluca Lombardi si è occupato in prima persona della ricerca sulle Ande in Cile e Argentina. Negli anni tra il 2006 e il 2010 ha percorso in lungo e in largo il Deserto di Atacama e la Puna con la sua equipe studiando diverse montagne andine.

«È stato un lavoro avventuroso, e molto faticoso», racconta Gianluca, «ma che mi ha lasciato dei ricordi indelebili. Durante le nostre missioni esplorative ci siamo spinti in luoghi davvero remoti, dove il primo posto civilizzato era a centinaia di chilometri, dormendo in tenda o come ospiti presso villaggi di indigeni Quechua o Aymara».
«È difficile descrivere la sensazione che si prova ad assistere a tramonti e albe nella solitudine più totale a 4500 metri di quota su montagne sperdute nei deserti più aridi del pianeta», aggiunge, «con le stelle ad accompagnarci nel silenzio delle notti passate ad osservare».

Dopo tanti km, finalmente, nel 2010, un comitato internazionale indipendente ha deciso che, sulla base delle ricerche condotte dall’equipe di Gianluca Lombardi, il posto più adatto era il Cerro Armazones, in Cile. «Una montagna bellissima di 3100 metri, quasi a ridosso dell’Oceano Pacifico, pochi chilometri a Sud del Tropico del Capricorno», spiega, «Il progetto E-ELT costerà all’incirca 1200 milioni di euro, con una ricaduta economica estremamente positiva sui paesi la cui industria sarà coinvolta nella costruzione (l’Italia ha una commessa di circa 400 milioni di euro per la fabbricazione della gigantesca cupola del diametro di un campo di calcio, e della struttura del telescopio).

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Gianluca Lombardi astronomo

Terminato il progetto del sito per l’E-ELT, Gianluca è stato assunto in qualità di Astronomo presso il VLT (Very Large Telescope) dell’osservatorio Paranal dell’ESO. Contemporaneamente, è stato coinvolto in due grandi progetti tecnologici per l’E-ELT: Ottiche Adattive e Laser Guide Star. Si tratta di tecnologie avanzate volte a migliorare le condizioni osservative, correggendo per via ottica le distorsioni indotte della turbolenza atmosferica sulle immagini prese dal telescopio.

Il tempo intanto passava e la Sara, la sua fidanzata, ha lasciato anche lei Taranto per raggiungerlo e sposarlo. Nel 2014, insieme lasciano il Cile per lavorare alle Isole Canarie. «Forse pochi sanno che», racconta Gianluca Lombardi, «se i migliori cieli astronomici dell’Emisfero Australe appartengono al Cile, i migliori dell’Emisfero Boreale sono sull’Isola di La Palma, nell’Arcipelago delle Canarie. Non potete immaginare cosa significhi poter vedere ad occhio nudo in maniera nitida il centro della nostra galassia, la Via Lattea. È un antidoto per i mali dell’anima».

Ora Gianluca lavora per il Grantecan (Gran Telescopio CANARIAS), oggigiorno il telescopio ottico-infrarosso più grande del mondo, con uno specchio primario segmentato di 10.4 metri di diametro. «Che significa segmentato?», precisa, «Beh, sarebbe difficile, se non impossibile, costruire uno specchio monolitico di queste dimensioni, e sarebbe altrettanto difficile gestirlo in un telescopio, perché peserebbe troppo. Per cui quello che si fa è comporre uno specchio grande usando tanti segmenti più piccoli, di forma esagonale, disposti a nido d’ape. Nel caso di Grantecan si tratta di 36 segmenti dal diametro circoscritto di quasi 2 metri, che una volta messi in fase simulano uno specchio monolitico unico con forma di iperboloide di 10.4 metri. Come dicevano i latini, divide et impera…».

Gianluca Lombardi è il responsabile del progetto di Ottiche Adattive, fa l’Astronomo di Supporto e si occupa delle osservazioni astronomiche col telescopio. Gli astronomi di supporto portano avanti la propria ricerca, ma dedicano anche gran parte del proprio tempo ad operare il telescopio, ovvero a osservare per molte notti al mese conto terzi. Significa prendere dati per altri ricercatori, comprovarne la qualità e poi spedirli affinché il ricercatore che li ha richiesti possa elaborali. «Lavorare al telescopio dà l’opportunità di essere a contatto con tecnologia di punta, partecipando alla progettazione, sviluppo e installazione di nuove tecnologie», racconta Gianluca, «Inoltre, ciclicamente si continua ad essere a contatto col cielo notturno, potendo osservare la volta celeste a occhio nudo da posti privilegiati, respirando nel silenzio l’aria gelida dell’alta montagna sotto il cielo limpido e luminoso. Questo mi aiuta a non perdere un po’ della poesia che mi aveva ispirato da ragazzino».

Che dire, questo breve viaggio nella vita di questo nostro concittadino ci ha riempito d’orgoglio. E speriamo che altri nostri concittadini possano da qui trovare la forza per credere e lottare per i propri sogni. I sogni son desideri.

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Gianluca Lombardi Taranto

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