Taranto città più pulita d’Italia: Ecco Come in 10 Mosse

Taranto città più pulita d'Italia in 10 step

Ecco la soluzione per rendere Taranto la città più pulita d’Italia, secondo il direttore tecnico di Esper (Ente di Studio per la Pianificazione Ecosostenibile dei Rifiuti)

Taranto città più pulita d’Italia non è una promessa, ma un obiettivo di tutti, non solo della politica.

Purtroppo ad oggi la situazione in città non è delle più rosee.

Sappiamo bene tutti di chi è la colpa. Ma approfondiamo la questione, perché nessuno possa giungere a conclusioni troppo affrettate.

Perché così tanti rifiuti in città?

Taranto città più pulita d'Italia in 10 step

Il fenomeno non può ricondursi semplicemente a una questione di educazione al rispetto dell’ambiente e mancanza di senso civico dei singoli cittadini.

Spesso l’abbandono di rifiuti è ancora più evidente tra i casi di imprese che lavorano nel sommerso. Molto diffuso è infatti l’abbandono di rifiuti da demolizione e ristrutturazione frutto di piccoli interventi di domestici a cura di imprese che lavorano a nero.

Entrambi i comportamenti sono comunque il frutto di talune considerazioni del tutto personali:

• “lo fanno tutti”;

• “tanto non controlla nessuno”;

• “tanto il Comune poi passa a pulire”;

• “ci sono problemi più importanti”.

Allo stesso tempo, diversi specifici studi dimostrano che il fenomeno dell’abbandono di rifiuti, se non viene efficacemente e immediatamente contrastato, genera ulteriori abbandoni, innescando un perverso meccanismo della “finestra rotta”.

Il fenomeno si acuisce ulteriormente quando non comporta reali rischi di applicazioni di sanzioni, per cui si è portati a ritenere che tale comportamento non sia molto grave e censurabile.  

Ma la soluzione c’è.

I convegni e i casi positivi in tal senso si sprecano. Basterebbe semplicemente andarseli a studiare, anziché passare il tempo sui social a lamentarsi di chi come noi evidenzia tali criticità.

E chi dovrebbe tornare a studiare?

In primis gli Amministratori che purtroppo si imbattono in percorsi politici con troppa leggerezza, senza che al riguardo ci sia più una scuola, una formazione autentica.

So bene che queste parole urteranno la sensibilità di qualcuno, ma è ora che si torni a riflettere sul perché in molti Comuni si vada continuamente ad elezioni e i problemi rimangano sostanzialmente irrisolti.

Fatta questa premessa, vado al punto: come rendere Taranto la città più pulita d’Italia?

Ecco la ricetta.

Prima di tutto, occorre sviluppare un piano strutturato contemporaneamente su più livelli mediante una serie di azioni coordinate, complementari e sinergiche.

Per comodità, le riassumo qui:

  1. Educazione ambientale: si dovrebbero progettare delle vere e proprie campagne mediatiche, avvalendosi anche di testimonial che, esprimendo la propria radicale condanna di tali pratiche, potrebbero consentire di attirare maggiormente l’attenzione dei mass media e dei cittadini sull’importanza dell’impegno civile contro l’abbandono dei rifiuti. La campagna si può realizzare tramite la stampa locale, le televisioni locali e soprattutto l’esposizione di cartelloni e volantini su tutto il territorio. E’ importante che la comunicazione avvenga a partire dal Primo Cittadino, a seguire dalla Giunta e da tutte le forze politiche presenti nel Consiglio Comunale;
  2. Campagna mediatica: in contemporanea con l’avvio della suddetta campagna mediatica, è opportuno che venga avviata un’intensa e straordinaria azione di rimozione dei rifiuti abbandonati nelle zone più colpite;
  3. Guardie volontarie ambientali: in contemporanea si dovrebbero però aumentare le risorse destinate alla vigilanza e al contrasto del fenomeno dell’abbandono per evitare che, poco dopo l’eliminazione degli accumuli pregressi, si assista nuovamente all’abbandono negli stessi punti ripuliti e bonificati. Gli agenti della polizia locale, tuttavia, sono spesso oberati di compiti e in carenza di organico; quindi si dovrebbe ricorrere a convenzioni con le guardie ambientali volontarie, attribuendo a tali figure il ruolo di pubblico ufficiale;
  4. Aumentare la video-sorveglianza: si è dimostrata un valido strumento di deterrenza. La distribuzione capillare e strategica di foto trappole mobili di ultima generazione nelle zone a maggior rischio e posizionate in contenitori antifurto;
  5. Regolarizzazione dei soggetti non iscritti al ruolo Tari: la gran parte di coloro che abbandonano rifiuti sono utenti che non risultano regolarmente iscritti al ruolo TARI. Ed anche che, quando viene introdotta la raccolta domiciliare porta a porta e rimossi i contenitori stradali, preferiscono evitare di regolarizzare la propria posizione non ritirando e utilizzando i contenitori domestici (sacchetti o mastelli) per conferire i propri rifiuti. Per ridurre tali casi è necessario che le amministrazioni comunali si adoperino per individuare le utenze che devono regolarizzare la propria iscrizione al ruolo TARI, incrociando le banche dati dei consumi idrici ed elettrici;
  6. Quantificazione del costo medio del servizio di igiene urbana: occorrerebbe quantificare il costo medio per singolo utente delle attività di rimozione dei rifiuti abbandonati per indicarlo con chiarezza e bella evidenza nella bolletta, al fine di far comprendere quanto ogni utenza potrebbe risparmiare se il fenomeno fosse debellato anche con l’aiuto di segnalazioni e fotografie per individuare i responsabili;
  7. Contenitori e sacchetti dotati di transponder UHF Rfid: l’introduzione di un costante monitoraggio dei singoli conferimenti permette di individuare in modo semplice ed efficace le utenze che non conferiscono mai o quasi mai i propri rifiuti, differenziati e non, al circuito di raccolta domiciliare.
  8. Cestini in città con sensori: dovrebbe essere garantita un adeguata presenza di cestini, che però dovrebbero essere dotati di calotte per consentire il conferimento di rifiuti di piccola dimensione ma evitarne al contempo l’utilizzo improprio come contenitori stradali per il conferimento di sacchetti della spesa pieni di rifiuti indifferenziati da parte di alcuni utenti;
  9. Programmazione di campagne “svuota cantine” da organizzare nelle piazze cittadine, dove si consente ai cittadini di effettuare conferimenti straordinari di ingombranti e si possono al contempo organizzare mercatini del riuso;
  10. Coinvolgimento e incentivazione: per favorire la possibilità di segnalare e fotografare gli episodi di abbandono di rifiuti si può utilizzare il servizio WhatsApp, oppure si può mettere a disposizione degli utenti una specifica applicazione per Android e IOS per consentire alle utenze cittadine di segnalare e fotografare eventuali abbandoni di rifiuti nel territorio comunale (foto o video del trasgressore. A questi si potrebbe affiancare un incentivo con sconti sulla Tari.
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