Dopo tanto tempo passato tra indifferenza e silenzio, Taranto scende in piazza senza simboli né politica. Ti spiego i motivi per cui (non) puoi mancare
(foto Dino Spino)
Taranto scende in piazza ancora un’altra volta.
Ma questa volta è diverso.
Ti spiego intanto perché facendo un’opportuna premessa.
Tutti (o quasi) siamo a conoscenza delle tristi vicende che hanno legato Taranto alla questione ambientale, dove le grandi industrie desiderano continuare ad appartenere al territorio dimenticando le piccole e grandi stragi di ogni giorno. Sono numeri e cose che non si vedono, perché forse ancora non siamo abbastanza pronti.
Tutti (o quasi) sanno però che queste piccole e grandi stragi hanno prodotto nel tempo la distruzione del territorio, avendone compromesso aria, acqua, bellezza. Per questo, i processi in corso parlano di Ambiente Svenduto.
A tal proposito, sono in corso richieste di patteggiamento ad esempio da parte di Ilva, che propone lo stanziamento somme in denaro per investimenti su presunte ambientalizzazioni.
Made in Taranto è composta da una pluralità di soggetti.
Come in tutte le famiglie, c’è chi la pensa in un modo oppure in un altro.
Per cui, mi limiterò a fornirti i motivi per cui (non) puoi assolutamente mancare all’evento del prossimo sabato 25 febbraio, per cui Taranto scende in piazza.
Taranto scende in piazza per chiedere giustizia.
Per chiedere che quei soldi frutto del patteggiamento siano destinati al risanamento della città e non altro.
Taranto scende in piazza per pretendere che le malattie che hanno colpito tanti bambini delle aree più prossime alle industrie non passino inosservate, ma anzi servano a decidere quale futuro desideriamo per questa città.
Taranto scende in piazza per confrontarsi su quale futuro per il nostro martoriato territorio.
Dovrebbe essere logico ad esempio lottare per attuare un processo di bonifica che occuperebbe tantissime persone, garantendoci lavoro ed economia per almeno i prossimi 30 anni.
Taranto scende in piazza per chiedere di essere risarcita dei danni subiti e che sono sotto gli occhi di tutta. Quel denaro ad esempio può costituire un primo anticipo per i lavori di messa in sicurezza di emergenza della falda
sotto i parchi minerali.
Taranto scende in piazza per chiedere al Governo di pensare alla Provincia di Taranto anche attraverso l’istituzione di un fondo che garantisca il risarcimento dei danni; e per pretendere la totale esenzione dalle tasse e dai ticket sanitari.
Taranto scende in piazza per chiedere il fermo delle fonti inquinanti.
Taranto scende in piazza la riconversione economica e sociale della città.
In una sola parola, #giustiziapertaranto.
Ora decidi se esserci oppure no.
Io, Gianluca Lomastro, ci sarò.