Annamaria Moschetti, la pediatra di ferro dal cuore grande

Annamaria MoschettiIntervista alla dott.ssa Annamaria Moschetti, la donna che con determinazione e coraggio osò sfidare i grandi poteri a difesa dei bambini di Taranto

Cosa fa Annamaria Moschetti nella vita?

Sono pediatra di famiglia a Palagianello, Responsabile Ambiente dell’Associazione Culturale Pediatri di Puglia e Basilicata, presidente della Commissione Ambiente dell’Ordine dei Medici di Taranto, membro della Commissione Ambiente nazionale della FNOMCeO, Responsabile provinciale per i pediatri del progetto Nati per Leggere. Sono sposata e ho due figli .

Cosa pensa dell’attuale situazione sociale, economica e politica di Taranto ?

Penso che Taranto raccolga i frutti di un errore politico catastrofico: quello che fu commesso negli anni 50 con la scelta politica del governo, scelta sostenuta peraltro dai cittadini di Taranto, di destinare uno spazio territoriale e umano ricchissimo di possibilità di sviluppo diversificato ( agricoltura cultura mare turismo ..) alla monocultura industriale che ha devastato le risorse esistenti e non ha mai mantenuto gli impegni di sviluppo promessi. Inoltre la città ha accettato, e non deve più farlo, scelte economiche dettate e talvolta imposte dall’alto. Condivido a tal proposito le parole di Giorgio Amendola proferite in parlamento nel 1950 sulla questione meridionale : “ Questa del resto è la via indicata dalla Costituzione, che afferma la necessità di riforme di struttura e che invita le stesse popolazioni interessate, attraverso l’autogoverno regionale ,ad essere protagoniste del processo di valorizzazione e di sviluppo economico di cui esse dovranno essere anche beneficiarie “

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Qual è il suo contributo per la città?

Cerco di decodificare e divulgare ad uso dei cittadini i dati scientifici e sanitari relativi alla questione ambientale tarantina, perché un parte dello scempio di Taranto si è potuto realizzare contando sulla scarsa consapevolezza della popolazione.
Anche ora taluni non comunicano dati esatti sul futuro della città. Si sente parlare infatti di Interventi sull’ILVA definiti di “ambientalizzazione“ e di ‘AIA definita “salva Taranto”: queste definizioni però sono inesatte, potrebbero indurre la popolazione a credere in una soluzione certa e a breve termine della situazione di rischio sanitario ed ambientale. Cosa non vera, perché invece è noto e scientificamente documentato che un rischio cancerogeno “inaccettabile” ricadrà al 2016, a impianti del siderurgico messi a punto secondo le indicazioni dell’AIA rivista, ancora su 12000 residenti a Taranto (secondo quanto afferma ARPA PUGLIA nel documento di valutazione del Danno Sanitario) e si tratta peraltro di dati che sottostimano il danno eventuale e sono relativi alla sola fonte emissiva dell’ILVA. Bisogna che la gente possa decidere sul suo futuro avendo a disposizione dati reali su cui ragionare. Conoscenza è libertà ed è potere.

Ci sono motivi per essere ottimisti per il prossimo futuro di Taranto? Una recente proposta è stata avanzata anche dai Verdi… parla di riconversione industriale. Cosa ci vede di concreto e soprattutto di attuabile?

Se la situazione economica è difficile in Italia , lo è ancora di più a Taranto. Il futuro potrà essere migliore se si svolterà decisamente attraverso la riconversione economica, e nessun progetto di bonifica e riconversione, secondo me, può prescindere dall’impiego della forza lavoro degli operai tarantini perché va tutelato il futuro delle famiglie operaie. Questo progetto può essere possibile se tutte le forze della città convergono su questo obiettivo avendo ben compreso che non ci possa essere speranza continuando sulla stessa strada, che ritengo fallimentare, dell’industria pesante. Solo questo può dare una speranza per il futuro. Io sono ottimista perché è il compito degli adulti e soprattutto di quelli che hanno pubbliche responsabilità avere in mente una “via di fuga” , una prospettiva migliore diversa e possibile da offrire ai figli. La costruzione di una idea del futuro possibile diverso da quello di “devastazione ambientale e morte” è compito nostro. E’ nostro dovere essere ottimisti e portatori di progetti sui quali investire con fiducia e speranza. Ci si può chiedere dove troveremo le risorse per questo progetto di riconversione in una situazione già così critica. Possiamo far nostre a tal proposito le parole pronunciate da Albert Einstein nel 1955 :” (..) Oggi la crisi ci smuove dal letargo , ci obbliga a pensare più a fondo,a guardare la realtà per quello che è (…)Terminiamo definitivamente con l’unica crisi che ci minaccia , cioè la tragedia di non voler lottare per superarla “

E’ pensabile una Taranto senza industria?

Direi che è necessario ed indispensabile pensare a Taranto senza l’industria pesante. Sarebbe folle insistere sulla stessa strada che ci ha portato al punto in cui siamo. Se insistessimo sull’industria pesante ci comporteremmo come quel giocatore d’azzardo che continua a giocare agli stessi tavoli da gioco che gli hanno fatto perdere tutto riducendolo in povertà. Un uomo così tutti lo riterremmo “folle” e chi lo ama cercherebbe di fermarlo e di curarlo. Per noi, curare la nostra città significa cambiare.

Cosa sta facendo la politica in concreto per cercare di attuare il cambiamento in forma di migliori tutele per il futuro della cittadinanza? Cosa chiede alla politica?

I rappresentanti politici locali e nazionali non penso abbiano fatto abbastanza per tutelare la popolazione, altrimenti non saremmo arrivati al punto in cui siamo. Ma la politica siamo anche noi, gli uomini che scegliamo, i programmi politici che col nostro voto avalliamo, le lusinghe non sempre onorevoli a cui talora cediamo orientando il voto in un senso o nell’altro. La politica siamo noi quando, eletti alle responsabilità politiche, ci lasciamo corrompere o perseguiamo interessi personali di carriera o di denaro piuttosto che il Bene Comune. La politica siamo noi, e noi cittadini dobbiamo chiedere a noi stessi maggiore consapevolezza e partecipazione attiva alla costruzione del futuro comune.

Da che parte è l’informazione? E’ cambiato qualcosa negli ultimi 5 anni?

Noi sappiamo che l’Ordine dei giornalisti di Puglia si sta occupando di un presunto coinvolgimento di alcuni giornalisti in un sistema creato dall’ILVA per addomesticare le notizie sulle sue emissioni inquinanti. C’è stata però anche una informazione coraggiosa e giornalisti coraggiosi e corretti.
Per i portatori di interessi economici enormi può essere molto utile e proficuo tentare di agire sui mezzi di comunicazione con lo scopo di orientare la pubblica opinione nel senso voluto. I giornali così come i politici non dovrebbero accettare dazioni di denaro , a nessun titolo, dalle industrie inquinanti del territorio nella situazione storica che stiamo vivendo. Ciò se si trattasse di dazioni lecite, perché questo potrebbe compromettere l’obiettività della propria azione consapevolmente o inconsapevolmente. Si deve richiedere ai giornalisti, in una situazione critica e gravissima come quella di Taranto, uno sforzo aggiuntivo e maggiore per garantire una informazione il più possibile obiettiva.

Chi sarà il prossimo Sindaco di Taranto?

Non lo so.
Spero sia una persona “nuova”,espressione di un modo “nuovo” dei cittadini di vedere il loro futuro. Spero abbia il coraggio, il senso del dovere e lo sguardo sul futuro di un sindaco che mi piace molto, il sindaco di Messina Accorinti. Taranto sappia scegliere. Il futuro siamo noi.

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