La leggenda del fantasma della Casa della Contessa a Taranto-Talsano

Tra verità, fantasia popolare e leggenda, riscopriamo il mistero della Casa della Contessa, una villa del 1855 in un piccolo borgo della Città dei Due Mari

La Casa della Contessa è una villa oggi abbandonata risalente al 1855, quando cioè Talsano, un piccolo borgo di Taranto, era zona di campagna.

La villa è tuttora frequentata da associazioni attratte dai misteri del paranormale che, con i loro strumenti, continuano ad esplorarla alla ricerca del presunto fantasma della contessa.

Molti infatti riferiscono di aver udito strani rumori e voci provenienti dalla villa; altri giurano di aver notato le finestre illuminarsi ai piani superiori e sagome affacciate o presenti nel giardino ormai incolto, quasi fossero attori di un film.

Sul web circolano video e foto che assicurano di aver immortalato queste inquietanti presenze nella Casa della Contessa.

Scrive Antonio Nigri: “La storia che stiamo per narrare fa parte di tanti racconti popolari di Talsano. Come le tante leggende metropolitane, anche questa è una storia avvolta nel mistero, più o meno credibile.

Tempo fa, in questa immensa villa, viveva una contessa che non era sposata, e a governare questa dimora vi era il suo maggiordomo di fiducia.

La bellezza della contessa e la sua nobiltà avevano suscitato nell’uomo profondi sentimenti.

Nel giardino pare che si svolgessero riti satanici, all’insaputa della padrona di casa.

Una notte, rumori provenienti dal giardino avevano attratto la contessa che, terrorizzata e allo stesso tempo incuriosita, uscì fuori.Il suo arrivo disturbò l’esecuzione del rito, questo spinse i membri della setta ad ucciderla e ad offrirla come sacrificio.

Il giorno dopo, il maggiordomo scoprì l’accaduto e, straziato dal dolore si suicidò impiccandosi.

Da allora la villa è rimasta in uno stato totale di abbandono, ed oggi rappresenta quasi un’attrazione per molti giovani che vanno a curiosare al suo interno.

Forse per suggestione, o per dato di fatto, molti hanno testimoniato di aver udito rumori e di aver intravisto sagome. Resta comunque una delle tante storie da conservare tra i tanti racconti popolari talsanesi”.

Testi a cura di Rosa Tota

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