E’ proprio la missione di Made in Taranto quella di creare economie alternative rispondendo ad una nuova domanda: il disinquinamento.
L’ho detto e ridetto in vari articoli che parlano di economie alternative possibili a Taranto: dobbiamo puntare a riequilibrare domanda e offerta mediante il potenziamento della domanda. E a Taranto e provincia, la vera domanda potenziale di mercato è costituita dalla necessità di disinquinare soprattutto il mare, fonte di ricchezza e di vita.
Le idee non mancano. E anzi ci sono persino i prototipi per realizzare che ciò che fino a poco tempo fa non risiedevano nemmeno nella fantasia. Stiamo parlando di tecnologie avanzate in grado di disinquinare il mare.
Tra queste tecnologie, riportiamo il caso di una specie di aspirapolvere del mare in grado di risucchiare sversamenti di petrolio. Il suo nome è Bio-Cleaner ed il suo progettista è Hsu Sean. Grazie ai suoi bracci meccanici, Bio-Cleaner promette di ripulire i nostri mari. Questo aggeggio aspira il petrolio e degrada gli oli grazie a speciali batteri mentre onde ad alta frequenza tengono alla larga i pesci.
Altre tecnologie presenti sono Wores, la lana che pulisce il mare. Si tratta di lana scartata dalle lavorazioni tessili in quanto di bassa qualità. Con la soluzione Wores è possibile recuperare fino più di 6.000 barili di petrolio in una giornata. Wores è stato ideato da Luciano Donatelli, Amministratore delegato della Signbox-Rbp nonché presidente degli Industriali di Biella. Wores è stato brevettato in collaborazione con la Tecnomeccanica Biellese e l’associazione Tessile e Salute sempre di Biella.
Infine, ancora più concreta è la soluzione del CNR di Venezia in cui un team di ricercatori internazionali guidati dal Prof. Renato