Ecco Fabio Pacucci, lo studente originario di Taranto, autore della scoperta dei progenitori dei buchi neri super massicci
Fabio Pacucci è nato a Taranto nel 1988. Ha frequentato il liceo scientifico Battaglini, al quale è rimasto molto affezionato. In seguito ha studiato Fisica alla triennale e Astrofisica alla magistrale, alla Sapienza di Roma. Ora sta completando il dottorato in Fisica alla Scuola Normale Superiore di Pisa.
Durante il suo dottorato ha viaggiato moltissimo e ha lavorato diversi mesi nei più importanti centri di ricerca al mondo, fra i quali l’università di Harvard, l’università di Yale e l’istituto di astrofisica di Parigi. A settembre inizierà a lavorare all’Università di Yale, in USA.
Fabio Pacucci studia ed osserva i famosi buchi neri, cosa che lo ha portato a scoprirne alcuni molto antichi, i primi che si sono formati nell’universo, circa 13 miliardi di anni fa.
Proprio perché estremamente antichi, questi buchi neri hanno contribuito in maniera fondamentale alla costruzione delle galassie.
Infatti, al centro di ogni galassia è presente un enorme buco nero, di milioni o miliardi di masse solari, detto super massivo perché è il più grande tipo di buco nero, con una massa milioni o miliardi di volte superiore a quella del Sole.
Questi buchi neri enormi sono i “figli” di quelli che abbiamo osservato noi, per la prima volta. Quindi i nostri due buchi neri sono i “progenitori”, gli “antenati” di quelli enormi presenti al centro delle galassie.
In un recente studio guidato da Fabio Pacucci e Andrea Ferrara, cosmologi della Scuola Normale Superiore, gli autori ritengono di aver trovato un metodo semplice ed efficace per osservare i primi buchi neri che si sono formati nell’Universo. Secondo questo studio, è possibile riconoscere tali oggetti, fra i miliardi che popolano il cielo, dal loro colore. (…) Fabio Pacucci, primo autore dello studio, spiega: “Questo arrossamento sarebbe causato dall’enorme quantità di materia presente nella galassia ospite e in collasso verso il buco nero primordiale.
La luce emessa dal buco nero centrale perderebbe energia attraversando la galassia ospite e diventerebbe più rossa, meno energetica”. Ci si aspetta che l’arrossamento diminuisca progressivamente con il tempo, poiché il gas presente nella galassia ospite si riduce. Similmente al ciclo giornaliero del Sole, all’alba della loro vita questi buchi neri sono molto arrossati. Con l’approssimarsi del mezzogiorno i loro colori diventano più bianchi.
Questo metodo è stato applicato dagli autori dello studio, i quali hanno localizzato due oggetti molto antichi che potrebbero essere i primi buchi neri di questo tipo mai scoperti. (…) Approfondisci su http://vis.sns.it/scoperti-alla-sns-i-progenitori-dei-buchi-neri-super-massicci/
Per effettuare questa scoperta, Fabio e il suo staff ha usato tre telescopi spaziali della NASA, il telescopio spaziale Hubble, Spitzer e il Chandra. Infatti è necessario osservare queste sorgenti a differenti lunghezze d’onda per poter essere sicuri della loro natura.
La scoperta dei progenitori dei buchi neri super-massicci è sicuramente rivoluzionaria poiché permette di capire come questi buchi neri si siano formati nell’Universo primordiale!
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