Le ricette pugliesi di felicità sono quelle che t’inventi così, tra un languorino, una voglia di buono e un pizzico di semplicità
E’ un giorno come tanti. E’ sera, sei stanco e hai voglia di un boccone per tirarti un po’ su. Non perché sia triste o cose del genere. Semplicemente perché hai voglia di coccole.
Quand’è così si comincia dalla ricerca del pane, perché, se non c’è quello, diventa tutto difficile. I cracker non potranno mai sostituire il tipico sapore del pane di Laterza, ad esempio. Quello di grano duro che, almeno una volta nella vita, avrai intinto nel sugo mentre tua mamma preparava il pranzo della domenica.
Poi il vino. Quello Primitivo, s’intende. Non certo quello da quattro soldi comprato al supermercato. Il vino buono è in genere quello del contadino oppure quello dell’azienda agricola che conosci bene e che magari pratica il biologico…
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A questo punto, ci vogliono le olive, quelle nere. In genere sono quelle della ricetta della nonna, ovvero quelle tenute per mesi sott’olio extravergine d’oliva con un po’ d’aglio e peperoncino non troppo piccante.
La pace dei sensi. Eccole le ricette pugliesi di felicità. Non ci vuole molto. Sono semplici e per questo anche rare. Giacché non è semplice trovare chi è ancora in grado di prepararti le olive in questo modo. Non perché sia difficile ma perché certe volte ci abituiamo troppo al supermercato, dove i prodotti sono spesso artefatti e conservano poco della tradizione.
Pane, vino, olive e fantasia. Eh si perché puoi aggiungerci dell’altro. Un caminetto per esempio. E spegnere le luci per rimanere in compagnia di quella fiamma che riscalda il tanto che basta. Con quel profumo che t’inebria i sensi insieme al vino che pure non scherza. Magari da solo. Oppure con tuo figlio, con la persona che ami o soltanto con le castagne da poco raccolte da qualche parte in un bosco.
Si può aspettare l’inverno oppure trascorrere l’autunno.
Dipende dal concetto di tempo che c’hai.
Intanto, buon appetito.
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