Confcommercio Taranto ha recentemente diffuso dati preoccupanti sul turismo locale e chiede un incontro con il Sindaco. Ma la verità è un’altra ed è molto più preoccupante dei dati di Pugliapromozione
“Ai turisti stranieri piace la Puglia ma Taranto non attira”, questa la notizia diffusa da Confcommercio Taranto. Secondo il consuntivo dell’osservatorio regionale dei primi otto mesi del 2023 (presentato al TTG di Rimini) ci sarebbe una crescita del turismo internazionale del +14%.
In provincia di Lecce è stato registrato il 33% delle presenze; in provincia di Foggia un ottimo 28%, in provincia di Bari il 26% degli arrivi, in provincia di Brindisi il 13% presenze e in provincia di Taranto solo il 7%.
Un quadro desolante, oserei dire. Al punto tale che la stessa Confcommercio ha subito chiesto un confronto con il Sindaco, puntando il dito contro una politica marketing territoriale che evidentemente non funziona. Anzi, Mancino, il giovane direttore dell’Organizzazione, sostiene che “gli eventi internazionali, le crociere e quant’altro non hanno portato i benefici auspicati”.
C’è da chiedersi come mai queste riflessioni giungano sempre a conclusione di una programmazione turistica e mai all’inizio.
Dunque le cose sono due: o l’Amministrazione comunale agisce senza tener conto dei pareri delle organizzazioni datoriali locali o queste ultime soffrono di benaltrismo. In un caso o nell’altro, sbagliano entrambi. La politica infatti è una cosa seria e commercio e turismo dovrebbero andare di pari passo. Invece assistiamo come sempre a poli contrapposti, nel frattempo la città muore ancora un po’, i tavoli e gli annunci si moltiplicano.
Credo sia arrivato il momento di mettere da parte le politiche e di analizzare seriamente i dati.
Cominciamo dall’affermazione secondo la “Puglia piace ai turisti” e chiediamoci a quali turisti, visto quelli che vengono sono per la maggior parte persone basso spendenti che sul territorio lasciano ben poco. So bene che a chi fa politica piace molto parlare di numeri. Ma se i numeri sono falsati, la realtà dovrebbe essere analizzata meglio.
10, 100, 1000, 100mila turisti è un numero che non dice nulla. Possiamo avere anche un milione di turisti, ma se questi sono viaggiatori abituati ad “arrangiarsi” e che soggiornano solo per qualche giorno arrangiandosi qui e là, di certo non rendono più ricca questa terra. Per inciso, un turista che “crea vantaggi per l’economia locale” è chi soggiorna a lungo, usufruendo appieno di tutti i servizi locali, acquistando beni di valore e addirittura investendo nel territorio.
Il turista che porta vantaggi all’economia è quello che contribuisce in modo significativo alla crescita e al benessere economico di una destinazione. E quindi parliamo di:
Spesa Sostenuta: in quanto spende una quantità considerevole di denaro durante il suo soggiorno in alloggio, cibo, trasporti, attività turistiche, acquisti e altre esperienze.
Durata del Soggiorno: contribuisce a una maggiore entrate per un periodo più lungo.
Partecipazione ad Attività Locali: Questo tipo di turista è incline a partecipare a attività offerte dalla comunità locale, come tour guidati, eventi culturali, escursioni, visite a siti storici e altre esperienze che coinvolgono i servizi locali.
Alloggio di Qualità: Opta per alloggi di qualità, come hotel, resort o case vacanza, che possono avere un impatto positivo sul settore dell’ospitalità della destinazione.
Interazione con la Comunità Locale: Cerca di interagire con la popolazione locale, supportando le imprese locali e partecipando alle attività e alle iniziative della comunità.
Ripetizione della Visita: Questo turista potrebbe essere incline a ritornare nella destinazione in futuro, contribuendo così a un flusso costante di entrate nel lungo termine.
Impatto Economico a Livello Locale: La spesa di questo tipo di turista non solo beneficia il settore turistico, ma ha un impatto positivo sull’intera economia locale, inclusi settori come l’agricoltura, il commercio al dettaglio e i servizi.
Chiarito ciò, certamente la Puglia piace ai turisti, ma probabilmente piace ai turisti sbagliati, dato che di fatto economicamente la Puglia continua a NON crescere!
A Taranto poi la situazione è ancora peggiore, dato che il soggiorno del turista è più breve del solito. Per cui, anche se l’amministrazione comunale si dà da fare per organizzare o promuovere eventi di sorta, i dati rimangono quelli di sempre: negativi.
Quindi non solo a Taranto giungono meno turisti, ma quei pochi soggiornano anche per pochissimo tempo.
Chiediamoci come mai.
Ci potrebbero essere diverse ragioni per cui Taranto potrebbe non attirare molti turisti. Alcuni fattori potrebbero includere:
Scarsa visibilità: Taranto potrebbe non essere sufficientemente promossa come destinazione turistica. Una mancanza di marketing e di visibilità sui canali di comunicazione turistica potrebbe essere un ostacolo.
Problemi ambientali: Se la città è afflitta da problemi ambientali, come inquinamento o situazioni simili, questo potrebbe scoraggiare i turisti dal visitarla.
Mancanza di attrattive turistiche significative: Se la città non offre monumenti, attrazioni storiche o culturali di rilevanza, potrebbe non avere abbastanza “cose da fare” per attirare i turisti.
Problemi di sicurezza: Se i turisti percepiscono la città come un luogo poco sicuro, potrebbero essere riluttanti a visitarla.
Mancanza di strutture turistiche: Se la città non dispone di un’ampia gamma di strutture turistiche come hotel, ristoranti e servizi, potrebbe non essere considerata una destinazione accogliente.
Problemi di accessibilità: Se la città è difficile da raggiungere o se non dispone di buone infrastrutture di trasporto, potrebbe non essere una destinazione conveniente per i turisti.
Cattiva reputazione o percezione negativa: Se la città ha una reputazione negativa o se è stata coinvolta in scandali o controversie, ciò potrebbe influire sulla decisione dei turisti di visitarla.
Concorrenza con altre destinazioni: Se ci sono altre città o località turistiche nelle vicinanze che offrono una maggiore varietà di attrazioni o un’esperienza turistica più allettante, potrebbero attirare più visitatori.
Per superare queste sfide, Taranto potrebbe beneficiare di strategie di marketing più aggressive, investimenti in infrastrutture turistiche e miglioramenti nella gestione ambientale e della sicurezza. Inoltre, potrebbe essere utile promuovere e sviluppare le risorse culturali e storiche della città per renderla più interessante per i visitatori.
Quel che nessuno dice è però un’altra verità: Taranto non attira perché è priva di una sua vera unicità. Per cui non solo è afflitta da svariate problematiche che la rendono tutt’oggi una città più industriale che turistica, ma è anche priva di quelle basi che nel marketing sono invece fondamentali: la differenziazione.
La differenziazione non la creano gli eventi o gli allestimenti. La differenziazione è prodotta da quella unicità in grado di distinguerla da tutte le altre mete turistiche sparse nel mondo.
Chi non lo ammette è un ignorante oppure un miope.
Fino al 2013, l’immagine di Taranto era associata solo ai fumi delle industrie. Poi siamo arrivati noi di Made in Taranto e ne abbiamo cambiato la narrazione, spingendo le amministrazioni ad adoperarsi per capitalizzare il lavoro fatto da noi.
Adesso servirebbe fare il passo successivo: trovare quella caratteristica distintiva che rende unica la nostra città e rivedere completamente le politiche territoriali.
Ma occorre visione. E prima ancora soldi.
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