Si chiama Green Site la soluzione per bonificare i fondali del mare di Taranto: una combinazione composta da un reattore, acqua e anidride carbonica
Una proposta in tal senso è stata già presentata per bonificare i fondali del mare antistante il petrolchimico di Porto Marghera dai fanghi inquinati. La proposta si chiama Green Site ed è composta da un reattore e dall’uso di elementi semplici quali “acqua e anidride carbonica”.
Il progetto è stato finanziato con i contributi europei del programma Life+ e condotto in collaborazione con partner pubblici e privati tra i quali: Alles Spa, il Parco Scientifico-Tecnologico VEGA di Venezia, l’Autorità Portuale e Ambiente, il Consorzio Venezia Ricerche. Il primo prototipo prototipo d’impianto è stato presentato nel giugno 2013.
L’impianto consiste in un reattore che permette l’estrazione prima e l’ossidazione poi di idrocarburi (IPA), composti organici inquinanti (Pcp, pesticidi, antiparassitari) e metalli pesanti presenti nei sedimenti e nei fanghi di dragaggio dei fondali del mare per trasformarli, infine, in composti del tutto inerti. In particolare, le tecnologie prevedono l’impiego di fluidi (acqua e anidride carbonica) allo stato supercritico – FSC – per l’estrazione e/o l’impiego di acqua supercritica – SCW – per l’ossidazione di idrocarburi e composti organici ad elevato impatto ambientale. Per conoscere più approfonditamente il progetto, è possibile visitare il sito web dell’iniziativa.
Come per Marghera, anche per bonificare i fondali del mare Taranto si potrebbe percorrere la stessa strada in risposta ai grandi danni prodotti dagli scarichi in mare di Ilva ed Eni ma anche per ripulire i fondali del Mar Piccolo dai metalli pesanti e da altre sostanze inquinanti rilasciate a seguito del passaggio e della manutenzione dalle navi della Marina Militare e dall’arsenale.