La famosa seta di mare veniva un tempo estratta dalla Pinna Nobilis, organo bivalve tuttora presente nel Mediterraneo, peraltro potente disinquinante
Fino a pochi decenni fa, la seta di mare era una prerogativa di Taranto, nei cui mari è ancora presente la Pinna Nobilis, comunemente nota come nacchera o cozza penna, è un mollusco bivalve caratterizzato da larghe conchiglie a forma di ventaglio.
La cosiddetta seta di mare veniva prodotta dal bisso, il prezioso filamento che secerne il mollusco e con cui rimane ancorato ai fondali, anche in presenza di forti correnti sottomarine.
Il bisso è stato utilizzato per la realizzazione di tessuti pregiati quali manti e abiti della maggiori cariche della chiesa. Spesso la seta di mare veniva affiancata alla porpora dei cardinali per denotarne lo status religioso.
Ad oggi, oltre alla conservazione di accessori quali ad esempio una coppia di guanti del XIX secolo donati dal vescovo di Taranto al re di Prussia e un copricapo del XIV secolo rinvenuto nel 1978 durante una campagna di scavi archeologici presso la Basilica di Saint Denis a nord di Parigi, il più importante manufatto italiano realizzato probabilmente in seta da bisso è il Volto di Manoppello: un lembo di tessuto che porta su ambo i lati l’immagine del volto di Cristo con significative somiglianze all’immagine presente sulla famosa Sidone.
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