Batteria Saint Bon, gioiello di architettura militare da valorizzare

Batteria Saint Bon è oggi un luogo militare abbandonato.  Sarebbe interessante riqualificarlo a scopi turistici in abbinamento con altri luoghi militari

L’esatta denominazione è batteria costeria Ammiraglio Saint Bon, già batteria Lamia.

Abbiamo reperito questa interessante documentazione a riguardo sulla pagina Facebook Fortificazioni Militari & Artiglieria.

Batteria Saint Bon (“Amm. Saint Bon”) è oggi un luogo militare abbandonato al suo destino.

Tutti i siti sulla litoranea come questo sono minacciati dall’abbandono e dal degrado.

La batteria “Amm. Saint Bon”, una delle poche in Italia del suo genere ancora in piedi, vero gioiello di un’architettura militare fra l’antico e il nuovo, in cui si passava dai mattoni al calcestruzzo, sembra la più esposta e se non fosse stato per i suoi muri, allora certificati “alla prova”, oggi sarebbe crollata

Sarebbe bello se questo posto, insieme a tanti altri sparsi in tutta Taranto, diventasse un polo di attrazione turistica per tutti gli appassionati del genere.

Non dimentichiamo che Taranto è stata da sempre un’importante città avamposto militare.

Ci sono altre città che, per molto meno e per gli stessi motivi, riescono ad attrarre molti visitatori.

Conosciamo meglio la Batteria Saint Bon attraverso la documentazione tratta da Fortificazioni Militari & Artiglieria:

La Batteria Saint Bon, alias Batteria da Costa “Ammiraglio Saint Bon, così propriamente detta, era un’opera militare posta a difesa della città di Taranto, costruita poco tempo dopo la costituzione del Regno D’Italia, per la impellente necessità di difendere dal mare tutte quelle installazioni portuali, arsenalizie e militari del giovane Stato, che potevano prestarsi e quindi esporsi all’offesa nemica marittima.

Masseria Scarfoglio2

Già nel lontano 1865, all’indomani della costituzione del Regno d’Italia, una Commissione militare, presieduta dal Gen. Valfrè di Bonzo, individuò nella città di Taranto, il luogo adatto dove stabilire l’Arsenale del 2^ Dipartimento Marittimo d’Italia, anche se si dovette attendere il 1882, quando con l’Ammiraglio Saint Bon si svolsero degli studi necessari alla realizzazione dell’Arsenale e del Canale Navigabile verso lo stesso nel mar Piccolo.

Successivamente, la Commissione Valfrè dovette provvedere ad individuare nella zona costiera antistante Taranto, le zone più congeniali dove fare edificare le prime opere di difesa costiera antinave, dato che quelle esistenti, risalenti al periodo napoleonico e ancor più antiche, apparivano assai obsolete ed inefficienti.

Sorsero, dal 1890 in poi, le prime imponenti costruzioni di Difesa costiera, come la Torre Corazzata “Vittorio Emanuele II” sull’Isola di San Paolo, le Batterie “Rondinella“, “San Pietro“, “San Vito“, realizzate fra il 1890-92, e altre minori, affidate al Corpo di Artiglieria Marittima Da Costa del nostro Esercito costituitosi da poco e con il personale della Regia Marina. Altre, furono costruite successivamente, le ultime, addirittura durante il Secondo Conflitto Mondiale, prese in forza però dalla Milmart.

Nel 1909 fu la volta della Batteria Costiera “Lamia” così chiamata inizialmente dal nome della zona in cui sarebbe sorta, poi denominata subito dopo il suo completamento in Batteria “Ammiraglio Saint Bon”, intitolata proprio all’Ammiraglio Simone Pacoret di Saint Bon (1828-1892), già eroe di Lissa e Capo di Stato Maggiore e Ministro della Marina.

Era un’opera di difesa costiera bassa, compatta e terrapienata, dalle linee essenziali, sobrie ma eleganti nella loro semplicità; fu realizzata sul litorale costiero a sud della città, per – come recitava la Relazione di progetto e di studio definitivo del Genio dell’Esercito, del 27 gennaio 1909, diretta al Comando del XI Corpo D’Armata di Bari – “rafforzare la Difesa foranea della Piazza ed eliminare il settore morto esistente a sud-est della Batteria San Vito donde le navi possono avvicinarsi e bombardare l’Arsenale” .

Masseria Scarfoglio3

Ancora nel 1909, la difesa della città, attuata con lo schieramento di Batterie costiere studiato e realizzato nel ventennio 1880-1900 atto a formare il cosiddetto “campo trincerato“, presentava una manchevole lacuna nel settore sud, dove le navi nemiche potevano facilmente aggirare i settori di tiro interessati dalla Batteria di Capo San Vito e far fuoco direttamente sull’Arsenale Militare.

Dopo attenti studi orientati anche sulla morfologia del territorio, e dopo aver scartato una zona leggermente più vicina a Capo San Vito, fu quindi scelto come luogo per la sua costruzione un livellato e basso promontorio sul mare sito in Zona “Piano Scarfoglio”, nella contrada “Lamia” (oggi Lama), di proprietà della Famiglia Scarfoglio, che viveva presso l’omonima masseria.

I terreni, per la verità poco fertili, per via del fondo roccioso che li caratterizzava, erano utilizzati per il pascolo e la coltivazione di ortaggi e piccoli vigneti. Furono espropriati alla famiglia suddetta dietro pagamento di un indennizzo di £ 8.269.

planimetria della Batteria Cattaneo

Con l’approvazione del Progetto esecutivo emesso con Dispaccio Ministeriale del 18/10/1909, si pose subito mano alla costruzione della Batteria, realizzata a tempo di record, già dall’agosto dello stesso anno, con l’inizio degli scavi per portare tutta l’area di costruzione ( che veniva ad assumere la forma di un grande rettangolo ) in piano.

Fu terminata nel giugno del 1911, nonostante le ovvie difficoltà del tempo, unite al problema di portare i materiali in loco e di perforare le rocce in carparo lì presenti in gran numero.

Per accelerare il completamento dell’Opera, si convenne di proseguire i lavori anche durante l’arco notturno, e si pensò di dotarla di armamenti provvisori prelevati da altre Batterie dislocate a nella Piazza di Messina e sul Monte Argentario vicino a Grosseto, dato che i pezzi ordinati per il suo armamento tardavano ad arrivare a destinazione.

Inoltre, per la rilevante presenza di suolo roccioso, laddove si doveva spianare per ricavare il cortile, i lavori di sbancamento diventavano sempre più lenti e difficili e quindi, sempre per contenere i costi già di per loro rilevanti dei lavori di scavo e sempre per ammortizzare i tempi, si decise di stabilire e rialzare così tutto il piano di costruzione della Batteria di 1,50 mt rispetto al livello originario di progetto, portando l’altezza del terrapieno da 25, a 26 mt sul livello del mare.

Il 1910 trascorse alla nascente “Saint Bon” con la costruzione di tutte le opere murarie principali, che iniziarono dal muro d’ala di destra, i corridoi, terminando con il muro d’ala di sinistra e la struttura per la torretta telemetrica.

Batteria Cattaneo

Furono costruiti i basamenti ( rocchi ) per alloggiare i paiuoli degli obici, fu costruito il piovente, sopra i corridoi, e gli appositi anditi di accesso. La struttura fu successivamente certificata “indistruttibile”, quindi “alla prova”, che stava a significare che la costruzione poteva resistere all’impatto di proietti fino ad un certo calibro sparati dal mare.

Il terrapieno, realizzato anche con il materiale di risulta degli scavi cominciò ad ornare il perimetro a mare della struttura, la cisterna per ospitare l’acqua per i servizi antincendio, appositamente realizzata in cemento fu posta nel lato sinistro del cortile.

Pian piano la Batteria prese forma, e si arrivò al 1911, con il completamento di alcune di quelle parti complementari e strutture ausiliarie logistiche ( polveriera di riserva, strade, recinzioni, altane, latrine, ecc…).

La Batteria fu ultimata nel giugno 1911, anche se si dovette attendere il 1912, affinché la Ditta “Giovanni Funiciello” ultimasse la costruzione delle baracche adibite a segreterie, magazzini, alloggiamenti truppa, guardabatteria e comandante, cucine, casotto per i gruppi elettrogeni, corpi di guardia, ecc. per la cifra di £ 12.000.

L’Opera, fu quindi armata con i 6 obici in ghisa già previsti nel progetto, da 280/9 mm tipo “L” della ditta Armstrong, in barbetta, posti su affusto forse idropneumatico e su paiuoli girevoli fissati con chiavarde-prigionieri costruiti ed appositamente fatti pervenire dall’Arsenale di Torino e disposti sui rocchi già pronti nel cortile.

Una Batteria a tiro curvo quindi e a puntamento indiretto, dato che i pezzi, che avevano una gittata massima diurna di 10.700 mt e minima di mt 1.450, con settore di tiro di 150°, erano occultati anteriormente dalla vista dal mare dal deposito munizioni di pronto impiego e dal terrapieno con scopo mimetico-difensivo.

Batteria Cattaneo2

La Batteria, recintata da semplice e basso un muro di scarpa che si apre al centro con un corpo di guardia, una volta provvisto di un pregevole cancello, aveva quindi un cortile interno dove trovavano posto le latrine e piccoli edifici minori di servizio, più una originaria cisterna per la fornitura dell’acqua per il servizio antincendio con annesse condutture che correvano all’interno del cortile mediante canalette sotterrate, poi sostituita nel 1926 da una altra vasca interrata, provvista di un casotto-stazione di pompaggio, che veniva saltuariamente ( ed insufficientemente ) rifornita dai carri botte provenienti dalla città..

Per approfondimenti, visita la pagina Fortificazioni Militari & Artiglieria

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