affacciata sulla placida laguna del Mar Piccolo, Villa Peripato custodisce al suo interno anche un’importante area archeologica
Villa Peripato è il secondo polmone verde della città (dopo parco Cimino) con maestosi balconi che si affacciano sul Mar Piccolo. Il nome peripatetica della scuola aristotelica deriva dal greco Περίπατος, «la Passeggiata» (da περιπατέω «passeggiare», composto di περι «intorno» e πατέω «camminare») cioè quella parte del giardino dove era un colonnato coperto dove il maestro e i suoi discepoli camminavano discutendo.
Un tempo orti privati della famiglia De Beaumont, nel 1863 divenne giardino cittadino.
Oggi ospita il busto di Leonardo da Vinci, un tempo presente sull’omonima nave, affondata nel Mar Piccolo nella famosa Notte di Taranto.
Purtroppo Villa Peripato ha perso molto della sua originaria Bellezza: nel 1933 fu estirpato un antico aranceto, sostituito dal teatro all’aperto, poi trasformato in cinema; nel 1936, la recinzione in ferro viene “donata alla Patria”; l’anno successivo, la scalinata monumentale (1913) che conduce ad un lungo corridoio affacciato sul Mar Piccolo, viene abbattuta per fare posto al Circolo Ufficiali della Marina Militare; tra il 1944 e il 1945 gli anglo-americani installano una piscina in cemento; dopo il 1945, il grande piazzale viene adattato a pista di pattinaggio.
Del primitivo giardino di delizie della marchesa Bonelli, fra abbattimenti e successivi rimaneggiamenti, oggi non rimane granché.
La cosa peggiore che le sia stata mai fatta è stata la copertura d’asfalto sugli antichi viali in terra battuta, uno sconcio tipico degli anni 80 dovuta a ignoranza e stupidità umana.
Villa Peripato custodisce al suo interno una vasta area archeologica con pre-esistenze di strutture murarie, attribuibili ad abitazioni, realizzate a partire dalla prima età imperiale. A queste si aggiungono tombe con lastroni intonacati e dipinti del II-I secolo a.C., alcuni ambienti di una domus del II secolo d.C. uno dei quali pavimentato a mosaico.
Sono presenti molti alberi autoctoni, quali pini d’Aleppo, lecci, siliquastri, platani, tigli e cipressi, recentemente contaminati da esemplari di palme, robinie, cedro, magnolie, ippocastani e alberi del falso pepe.
L’alberatura è arricchita da specie arbustive tipiche della macchia mediterranea, come alloro, pungitopo, viburno, alloro, tuie e pittospori.
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