La fotografia minimalista di Vito Leone, tra architetture urbane e luoghi universali. L’essenza della bellezza, una ricerca che omaggia anche Taranto
Vito Leone è cresciuto negli anni ’80, nel quartiere Tamburi di Taranto, il paesaggio industriale e urbano è parte di sé. Racconti di città-alveare, di quartieri popolari, di periferie e cemento sono il rumore di fondo, costante, della fotografia di Vito Leone. La sintesi è un contrappunto di linee e forme, che coglie il ritmo della città, gli accenti e le pause, nella ripetitività o nella discontinuità dell’immagine. Merletti di bianco assoluto (la Concattedrale di Giò Ponti) e buchi neri (i corridoi della Bestat, le scale concentriche razionaliste) fanno il resto.
Il lavoro di Vito Leone è un omaggio a Taranto, ad una città violentata da decenni, eppure bellissima, fissata in ‘pose’ che rappresentano sì Taranto, ma potrebbero essere topoi universali. Non-luoghi come le periferie, le stazioni. Spazi comuni, slegati dal contesto, per questo riconoscibili a tutti e in cui tutti si riconoscono, “come se il mondo fosse un’unica grande città”.
La ricerca fotografica di Vito Leone fonda le radici nel minimalismo degli anni ’70 e rende tributo a grandi nomi del ‘900, tra tutti Gabriele Basilico, Lewis Baltz e i coniugi Becher. Un processo di “sottrazione” del segno che si ricompone nella semplicità dell’immagine, la quale, alleggerita dalle ridondanze, si assolutizza in linee e colore. Aveva forse ragione Gabrielle ‘Coco’ Chanel, pioniera del minimalismo nella moda: “Prima di uscire, guardati allo specchio e levati qualcosa”. La struttura architettonica perde il suo valore d’uso quotidiano e diventa metafora, simbolo, essenza. E’ il principio del ‘less is more’ di Van De Rohe applicato nella fotografia.Il risultato è uno studio comparato sulle forme che si ritrovano nella perfezione del design e – in assoluto – nella matematica. Dicono che in questo tipo di fotografia presenza umana ci sia poco e che di essa si percepisce solo il passaggio. Piuttosto, la tensione verso l’astrattismo e il simbolismo, la fissazione del paesaggio in archetipi, fa diventare quest’arte concettuale, introspettiva, a volte onirica. L’uomo c’è, c’è sua mente, a volte scomposta, inghiottita dal tunnel dell’esistenza, altre volte mera spettatrice della grande bellezza.
Vito Leone lavora nel campo della comunicazione.
E’ giornalista pubblicista, laureato in lingue e letterature straniere ed è specializzato in tecnologie della comunicazione.
E’ stato docente di comunicazione, semiotica e psicolinguistica in corsi di formazione in provincia di Taranto, Bari e Brindisi.
Ha collaborato con alcuni giornali e televisioni locali.
Dal 2001al 2010 è stato direttore responsabile di un magazine a tiratura nazionale sui temi della sicurezza e della legislazione stradale.ESPOSIZIONI
– VUOTO SOLIDO – Ordine degli Architetti MUDI Taranto 26/06/14 – 09/07/14
– GENIUS LOCI – Rossocontemporaneo Sava 02-19/06/14
– AERE ET ACIARIUM – collettiva d’arte Co61e Rossocontemporaneo – 16/01/14
– DETENZIONI Interno 4 – C.L.E. Torino, 14/11/2013
– BIENNALE DEL RESTAURO ARCHITETTONICO ed URBANO ITALIA GRECIA
TURCHIA – a cura di BRAU – ex Convento San Francesco Taranto 15-30/10/2013
– GENIUS LOCI – Rossocontemporaneo Faggiano 10-13/08/13
– METRICHE URBANE – Ordine degli Architetti MUDI Taranto 24/06/13
– THE ART OF LESS – Castello Episcopio, Grottaglie (TA), personale curata
dall’associazione Koiné 25/05/13
– ESTILO LIBRE EXPOSICION – Homero 45 Messico 24/04/13
– EXTRAHERE – MUST Museo storico Lecce 10/03/13
– LIBEROTEMA, TABULARASA, FORMAE e SAVE THE BEAUTY (collettive) a
Taranto, Grottaglie e Martina F. e la personale MENOPERPIU (personale) presso
HEA180 Lecce a cura della Galleria CO.61 Artecontemporanea – 2012/13.
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