Come sempre affermato, Made in Taranto è convinta che per ogni mercato ci sia uno sbocco. Anche in tempi di crisi. Ed ecco infatti che “con la biotecnologia, t’invento un lavoro“.
Non è una favoletta ma una solida realtà già per alcuni. Stiamo parlando di aziende fondate da giovani disoccupati o in cerca di lavoro che dalla mattina alla sera si sono ritrovati a fare gli imprenditori in un mercato fiorente. Chiaramente la frase dalla mattina alla sera allude soltanto alla facilità con cui a volte, se c’è volontà, è possibile creare lavoro anche in condizioni di crisi di mercato.
Il mercato di riferimento in questo caso è proprio il motore che anima Made in Taranto: la biotecnologia e la creazione di servizi ad essa connessi.
Il caso di un’azienda che ha trovato importanti sbocchi nel mercato delle biotecnologie applicate al risanamento ambientale, al contenimento del dissesto idrogeologico, alla salvaguardia dei corsi d’acqua dal rischio contaminazione, alla bonifica dei terreni dismessi e inquinati è la BIO SOIL EXPERT srl . Dal momento in cui la Bio Soil Expert si è definitivamente lanciata sul mercato, sono bastati meno di sette mesi perché prendesse piede e attualmente può vantare ben 6 finanziatori che cooperano affianco ai 3 giovani titolari.
Un altro caso eccellente riguarda il progetto BioClean coordinato da Fabio Fava, professore di Biotecnologia Industriale ed ambientale presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna, riunisce 19 partners di 9 paesi europei e vede anche la partecipazione della cinese Nanjing University.Bioclean, finanziato dall’Unione Europea con 3 milioni di euro, coinvolge anche 7 piccole medie imprese, di cui una bolognese, e l’associazione europea delle industrie dei polimeri (PlasticsEurope).
Stiamo parlando di micro-organismi (funghi e batteri) mangia-plastica che decompongono la plastica non riciclabile rintracciabile per terra e spesso anche per mare.
A breve, Made in Taranto contatterà queste due realtà per esaminare lo stato delle cose e per capire se sia possibile “importare” queste importanti novità e servizi biotecnologici nel nostro territorio per renderle immediatamente operative.