In Piazza Ebalia il vento ha 8 volti, quelli delle teste scolpite sulla Fontana Rosa dei Venti, simbolo del legame profondo con il mare.
La Fontana della Rosa dei Venti (nella foto di Bruno Capilli) è una delle opere più affascinanti della città, anche se spesso viene notata solo di sfuggita, dal finestrino della macchina in corsa o mentre si passeggia sul Lungomare.
Eppure, a guardarla bene, questa fontana ha tanto da raccontare.
Non tutti sanno che i volti scolpiti sulla fontana rappresentano gli 8 venti principali: Maestrale, Tramontana, Grecale, Levante, Scirocco, Ostro, Libeccio e Ponente.
Ogni testa guarda in una direzione precisa, come se volesse orientare lo sguardo di chi passa. Alcuni volti hanno espressioni serene, altri più tese, quasi a richiamare la forza di certi venti che sferzano la costa e piegano anche gli alberi più resistenti.
È un dettaglio artistico che trasforma la fontana in qualcosa di più: un’opera che racconta il rapporto millenario tra Taranto e il suo mare.
Sul bordo esterno della vasca, un’iscrizione in latino dice:
“Ad adversis ventis impavidi navigabimus“.
Che, tradotto, suona come: Anche contro i venti contrari, navigheremo senza paura.
Una frase che colpisce. Non solo per chi va per mare, ma per chi a Taranto ci vive.
Perché questa città, il vento ce l’ha dentro.
Il vento dei cambiamenti, delle sfide, delle rinascite. Il vento che soffia anche quando tutto sembra fermo.
La Fontana della Rosa dei Venti fu inaugurata nel 1953, progettata dall’architetto Brunetti.
Da allora, è rimasta lì, al centro della piazza, come un monumento silenzioso alla tenacia dei tarantini. Di giorno riflette la luce del sole, di notte si illumina con giochi d’acqua e di colore che incantano chi sa fermarsi a guardare.
E forse è proprio questo il punto: fermarsi.
In una città che corre, che a volte dimentica di avere bellezza sotto gli occhi, la fontana ci invita a farlo. A rallentare. A respirare. A ricordarci chi siamo.
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