Tempo fa era stata annunciata la scoperta di un antico molo nelle acque del Golfo di Taranto: ecco le ultime rivelazioni degli esperti
Si è tenuta oggi la conferenza stampa sul mistero sommerso nel Golfo di Taranto riguardo le recenti scoperte al largo di San Pietro in Bevagna.
Alcune settimane fa, infatti, Fabio Mattacchiera, presidente del Fondo Antidiossina, aveva mostrato al mondo un video girato nelle profondità del mare di San Pietro in Bevagna in cui venivano mostrati dei blocchi allineati ritrovati.
Secondo gli esperti, quei blocchi avrebbero potuto essere quelli che costituivano un molo risalente ai tempi dei greci o dei romani.
Gli elementi raccolti però nel corso delle immersioni non erano sufficienti a stabilire con precisione di cosa si trattasse.
Così Fabio Mattacchiera ha deciso di chiedere il parere agli esperti archeologi e ad informare immediatamente la Soprintendenza Archeologica della Puglia con sede a Lecce.
Diversi i professionisti coinvolti nel fare chiarezza sul mistero sommerso nel Golfo di Taranto.
Tra questi, Giuliano Volpe, archeologo e accademico e professore ordinario di archeologia presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Foggia. Ed anche la dott.ssa Rita Auriemma, docente e ricercatrice presso la Facoltà di Beni Culturali dell’Università degli Studi di Lecce e il Prof. Mario Lazzarini, noto archeologo subacqueo.
Sul mistero sommerso nel Golfo di Taranto sono stati chiesti lumi anche al Prof. Andrea Belluscio, docente presso il Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Ecco alcuni dettagli dell’imponente opera.
Lunghezza e larghezza del presunto molo
Analizzando le foto ed i video prodotti da Fabio Mattacchiera, si riesce ad intuire che il presunto molo debba aver avuto una lunghezza di circa 240 metri, una misura veramente importante, considerando che altre opere simili, rinvenute nel Mediterraneo, solitamente non superavano i 150 – 180 metri.
Grandezza dei blocchi
I lati dei blocchi variano da 1 metro fino a 4 metri.
Hanno forma pressoché parallelepipedale con spigoli stondati o hanno forma abbastanza irregolare, comunque sia, risultano in buona parte ben assemblati ed in fila tra loro, separati da un intercapedine di 15 – 30 centimetri.
Profondità
7 metri
Distanza dalla costa
L’opera è esattamente parallela alla linea di costa, si trova al largo ad una distanza di diverse centinaia di metri.
Oggi la conferenza stampa presieduta dal Prof. Giuseppe Mastronuzzi, ordinario di Geografia Fisica e Geomorfologia dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Sostituto del Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali della stessa Università spiegherà il mistero sommerso nel Golfo di Taranto che, dal punto di vista paleogeografico, avrebbe un elevato valore scientifico.
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