I mosaici di antiche ville patrizie romane di Taranto al museo MArTA

Oltre ai famosi Ori, il MArTA (Museo Archeologico Nazionale di Taranto), conserva meravigliosi mosaici di terme e ville patrizie

Il MArTa  (Museo Archeologico Nazionale di Taranto) fu istituito nel 1887 ed oggi vanta uno dei più pregevoli patrimoni di testimonianze d’arte, vita, storia, artigianato risalenti al periodo preistorico e protostorico, periodo greco, romano, tardo-antico e alto-medievale!

E’ ubicato nel Convento di S. Pasquale, costruito poco dopo la metà del XVIII secolo.

Oltre ai già noti Ori di Taranto, all’interno delle sale dedicate al periodo della Taranto romana, è possibile ammirare i pavimenti a mosaico degli edifici pubblici e privati di età imperiale.

Provengono da terme e ville patrizie, testimonianza dell’elevato livello che l’edilizia urbana del tempo aveva straordinariamente raggiunto. Rappresentano un condensato di artigianalità, arte e creatività del II secolo d.C..

Alcuni di questi mosaici provengono dalle zone di via Anfiteatro, in prossimità delle Terme Pentascinenses e di diverse unità abitative. Molti altri sono stati estratti nelle zone di via Mazzini, in cui insistevano ville patrizie.

I mosaici esposti al Museo Archeologico Nazionale di Taranto conquistano per la loro straordinaria Bellezza, i preziosi contrasti cromatici e l’espressione della ricerca e della tecnica “bianco-nero”.

La straordinaria creatività e raffinatezza che li caratterizzano lasciano ipotizzare la presenza di una bottega di mosaicisti di spessore, apprezzati in tutto il Mediterraneo.

Qui vi offriamo una breve panoramica:

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In età adrianea e antoniniana (II secolo d.C.) la produzione musiva si orienta verso l’adozione di un repertorio geometrico e figurato che gioca sui forti contrasti cromatici, dati dall’utilizzo della tecnica in bianco-nero.

Si inserisce in questa tradizione il pavimento, scoperto in via Anfiteatro, in un settore dell’abitato antico prossimo all’area dal grandioso impianto delle Terme Pentascinenses, arricchito da tappeti musivi di ampia estensione. Intorno alla zona occupata dall’edificio termale sorgono, nel corso del II secolo d.C., unità abitative che hanno restituito pavimentazioni, nelle quali si afferma la predilezione per una originale e raffinata resa policroma degli ornati.

Il pavimento con grifi affrontati ai lati di un cratere, in particolare, decorava probabilmente una sala da banchetto (triclinium), per la chiara allusione al tema conviviale, rappresentata dai due animali fantastici, custodi del cratere colmo di vino, bevanda sacra a Dioniso. (Fonte: Museo MarTa)

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