Taranto Città dell’Amore e della speranza. Città dei tramonti, dei delfini, dei sapori unici in tutto il mondo.
(foto: Viky De Santis)
Ci perdiamo a volte in giri di parole estenuanti per dire quello che non sappiamo dire.
A volte vorremmo semplicemente non dire nulla.
Starcene seduti e aspettare che il Sole tramonti oppure che sorga.
Taranto Città dell’amore perché ha dentro di sé la forza di vedersi riscattare da un passato che non l’ha onorata.
In questa città, non è tutto rosa e fiori.
E molti fiori a volte non sbocciano.
Eppure si continua a seminare come quel contadino che, dopo un’annata difficile, pazientemente torna a scommettere su stesso, immaginando una vita prospera.
Taranto è quel tipo di Città dove puoi sbattere il muso contro numerosi scempi ed empi.
Ma è anche quella Città dove, alla stessa stregua di quel contadino, puoi trovare la forza di continuare a seminare.
Tra speranze e delusioni, la sua Bellezza t’acceca e non ti fa vedere dove inciamperai ancora una volta.
E così, a Taranto puoi scoprire che c’è una pietra sul buono e sul bello.
Salvo poi renderti conto che quella stessa pietra ce l’ha messa qualcuno.
Che quella pietra può essere rimossa come da un cuore o da un fegato corroso da troppa rabbia.
E così, d’improvviso t’innamori delle sue acque, quasi sempre calme nei grossi seni che la lambiscono.
Del suo vetusto borgo. Della sua gente annichilita da un sole che l’indomani non vuole sorgere.
Delle sue campagne scampate al ferro e al fumo nero dell’uomo.
Delle sue barche, arrangiate e anche un po’ tristi. Ma piene di colore, di quell’azzurro che ti scuote in mezzo a tanta feccia. La feccia delle facili menzogne. Dello sproloquio al buio di ogni possibilità di contraddittorio.
Ma va bene così.
Chi viene in questa città è felice.
Perché immediatamente ne coglie tutte le opportunità.
E la generosità di tutti coloro si dimenano per restituirle una veste più dignitosa.
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