Chiancarelle tarantine, ricetta delle antenate delle orecchiette pugliesi

Caratterizzate da una forma più schiacciata e da una grandezza maggiore, le Chiancarelle sono apprezzatissime con ragù di carne o con le cime di rapa

La storia delle Chiancarelle (o chiancaredde) risale alla fine del ‘500: negli archivi di una chiesa pugliese fu ritrovato un documento con il quale un padre donava il panificio alla figlia.

La dote più importante che quel papà lasciava alla figlia consisteva nell’abilità trasmessa nell’arte di preparare le chiancaredde, la forma più antica delle orecchiette pugliesi.

Un aneddoto racconta che in passato vi fosse l’usanza da parte delle donne incinta di immergere in acqua bollente un’orecchietta ed un pezzo di maccherone detto zito: appena immersi, entrambi andavano su e giù nella pentola, ma se la donna vedeva salire a galla prima la chiancaredde pronosticava che sarebbe nata una femmina. 

Rispetto alle orecchiette, le chiancaredde sono caratterizzate dalla forma più schiacciata e da una grandezza maggiore. Entrambe vengono preparate  con semola rimacinata di grano duro.

RICETTA:
400 g di semola di grano duro rimacinata
Sale fino q. b.
200 ml di acqua tiepida

PREPARAZIONE
Versa la farina di semola di grano duro rimacinata su un tavoliere di legno, formando una fontana e aggiungici un pizzico di sale.

Versa dell’acqua a temperatura ambiente al centro ed inizia a lavorare l’impasto con le mani fino ad ottenere un insieme omogeneo ed elastico e ad ottenere una forma rotonda.

Lascialo riposare a temperatura ambiente per 15 minuti.

Trascorso questo tempo, stacca con un coltello un pezzo dell’impasto e lascia il resto sotto un canovaccio.

Lavora il pezzo di pasta realizzando un piccolo filoncino dello spessore di 1 centimetro. Da questo, ricava dei piccoli pezzi di pasta di 1 cm.

Aiutandoti con un coltello a lama liscia, forma delle conchigliette trascinando verso di te il pezzettino di pasta e ripeti l’operazione sino a conclusione dell’impasto disponibile.

Le Chiancarelle sono molto apprezzate con il sugo del ragù di carne o con le cime di rape.

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