I commercianti hanno bisogno di un’organizzazione marketing che punti ad attirare turisti (e non solo visitatori del posto) con idee e iniziative identitarie, esclusive e originali
Non so voi ma io sono un po’ stanco di vedere in strada le solite luminarie da terzo mondo messe lì giusto per dire che si è fatto qualcosa.
Si passano 12 mesi all’anno a parlare sempre delle stesse cose, di rilancio della città sul panorama turistico internazionale, di riorganizzazione delle vie del commercio, di promozione, di formazione, di marketing, ma poi si fanno sempre le stesse cose, salvo accusarsi a vicenda rimbalzando colpe e responsabilità.
Qui non è questione di quanto un Comune sia più capace di un altro di mettere in campo iniziate adeguate agli obiettivi commerciali urbani, Qui è questione di cambiare mentalità, di mettere a soqquadro la vecchia mentalità di gente stagionata che ragiona ancora come negli anni 50.
C’è da aver il coraggio di andare oltre il proprio naso, lavorando insieme per generare quel cambio di passo che ci relega a città industriale.
E’ un onere questo che dovrebbe incombere innanzitutto sui commercianti delle vie strategiche della città.
Non è più il tempo di delegare questo compito ad associazioni, movimenti o ad aggregazioni di quartiere. Lasciamo quei ruoli ad altri ambiti, magari più di rango sindacale.
I commercianti sono l’anima della città: senza di loro, l’impianto urbano imploderebbe, trasformandosi in un buio cimitero delle buone intenzioni. Perciò è da loro che deve partire l’iniziativa.
Il commercio riparte se torna ad investire sull’attrattività di un borgo con iniziative che profumano di originalità, proprio come succede a Varese, ad Alghero, a Cesenatico (in foto), Napoli, Salerno e in tutte le città dove si è compreso da tempo che bisogna tornare a dividersi i compiti.
I commercianti devono pensare a investire sul marketing, il Comune deve provvedere ad alleggerire la macchina burocratica e le associazioni devono vigilare sulla corretta fluidità del rapporto tra questi due.
Le proposte per un Natale speciale non mancano.
Noi ad esempio abbiamo lanciato l’idea di trasformare la Città Vecchia in un presepe naturale (https://www.madeintaranto.org/presepe-naturale/presepe-naturale-proposta-per-taranto/) o di allestire il borgo con le barche dei pescatori (https://www.madeintaranto.org/natale-a-taranto-2018/).
E’ tempo di andare oltre, di puntare in alto, ripartendo dai modelli di successo di altre aree urbane di pari livello e investendo risorse private, ampliando la forza di quelle pubbliche.
Non si attirano turisti con le solite luminarie da terzo mondo e qualche evento “dei poveri” sparso per la città. E non si realizza tutto questo programmando le cose all’ultimo momento, nella speranza di reperire fondi presso qualche tasca generosa e disponibile.
Se hai deciso di fare il commerciante e non il dipendente alle Poste, sai bene che la strada è tutta in salita, che devi investire le tue risorse per innescare il processo di rilancio delle attività produttive tanto chiacchierato ma mai ancora realizzato.
Se sei un commerciante, devi fare leva sulle tue forze investendo in prima persona di concerto con tutti gli altri. E soprattutto devi puntare a lanciare idee in linea con le esigenze di mercato, specie se confrontate con l’offerta turistica di città limitrofe.
Se la città a Natale è vuota oppure piena solo di gente del posto, camperai delle solite lamentele che ti tirerai addosso perché non potrai fare altrimenti.
Caro commerciante, tu che sei un imprenditore e non impiegato alle Poste non puoi permetterti il lusso di delegare ad altri questo ruolo. Devi agire tu in prima persona, affidando la realizzazione di un progetto competitivo ad un’organizzazione capace di portarlo a termine.
Devi pensare da imprenditore, non da impiegato.
Hai superato periodi peggiori, hai le spalle forti e l’intelligenza di chi ha combattuto per guadagnarsi un ruolo di tutto rispetto nel proprio mercato di riferimento. Puoi farcela.